Corriere della Sera

Generali, consiglio ad alta tensione Prima spaccatura sui comitati

Abolito quello strategico. Nominati gli altri 5, senza Caltagiron­e. Il board: elaborerem­o una proposta

- Daniela Polizzi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Primo test sulla governance in Generali il cui consiglio, presieduto da Andrea Sironi, ha deciso a maggioranz­a la nomina di cinque comitati endoconsil­iari, punto d’arrivo dell’architettu­ra societaria.

Sembrava che si potesse trovare subito un punto di equilibrio con i rappresent­anti delle minoranze nell’ambito di un’architettu­ra pienamente condivisa per il Leone. Ma così non è stato. Bisognerà forse aspettare ancora per la soluzione definitiva, visto che l’intesa si è bloccata al primo scoglio. Cioè quando è stata proposta l’eliminazio­ne del Comitato per le operazioni strategich­e, l’organismo che nella precedente edizione vedeva Clemente Rebecchini, Francesco Gaetano Caltagiron­e, Romolo Bardin e Lorenzo Pellicioli, con il ceo Philippe Donnet presidente.

Su questo punto sembrerebb­e essersi consumata la rottura con Francesco Gaetano Caltagiron­e, Marina Brogi e Flavio Cattaneo che vedevano in questo Comitato anche un modo per portare il contributo anche degli azionisti al dibattito. Visto che Caltagiron­e in Generali ha investito circa 3 miliardi per salire al 9,95%. Al pari di Leonardo del Vecchio. Il punto di mediazione e di inclusione delle minoranze, da quanto emerge, sembrava quello di affidare, per esempio, la presidenza del comitato Parti correlate a Cattaneo e altre posizioni in tutti i comitati a Brogi e Caltagiron­e. Con Donnet fuori dai comitati. Ma la decisione degli esponenti delle minoranze è stata quella di rinunciare a far parte di tutti e cinque i comitati. Che a questo punto includeran­no solo i membri della maggioranz­a, così come è uscita dal voto (55,99% dei voti) dell’assemblea del 29 aprile.

Il board ha comunque aperto alle minoranze e ha «incaricato il Comitato per le Nomine e la corporate governance di predisporr­e una proposta in merito, alla luce del benchmark di mercato». Segno che non c’è volontà di rottura bensì una disponibil­ità a trovare altre soluzioni. Ma «sempre secondo le regole della governance».

Secondo la maggioranz­a del board la scelta di eliminare il Comitato per le operazioni strategich­e proviene dal fatto che questo tipo di comitato non è nelle «best practice» internazio­nali.

In base al board, tutto quanto attiene alle operazioni rilevanti che il Leone potrà fare nel futuro andrà discusso da tutti i componenti del consiglio, posti così allo stesso livello. L’idea, insomma, è di non replicare quanto è avvenuto con Banca Generali per la quale si era fatta avanti Mediobanca, ipotesi che non è arrivata al consiglio della compagnia ma è rimasta a livello del comitato.

Fonti vicine alla lista Caltagiron­e parlano di grande sorpresa dei consiglier­i di minoranza di Generali alla comunicazi­one della soppressio­ne del comitato operazioni strategich­e, unico contraltar­e esistente ai poteri del ceo.

Intanto, presidente del Comitato Controllo e rischi è Luisa Torchia, delle Remunerazi­oni è Diva Moriani, delle Nomine e la corporate governance è Sironi, delle Operazioni con le parti correlate è Antonella Mei-Pochtler, dell’Innovazion­e e Sostenibil­ità è Umberto Malesci.

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Il presidente delle Assicurazi­oni Generali, Andrea Sironi. Ieri la composizio­ne dei sei comitati per la governance

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