Generali, consiglio ad alta tensione Prima spaccatura sui comitati
Abolito quello strategico. Nominati gli altri 5, senza Caltagirone. Il board: elaboreremo una proposta
Primo test sulla governance in Generali il cui consiglio, presieduto da Andrea Sironi, ha deciso a maggioranza la nomina di cinque comitati endoconsiliari, punto d’arrivo dell’architettura societaria.
Sembrava che si potesse trovare subito un punto di equilibrio con i rappresentanti delle minoranze nell’ambito di un’architettura pienamente condivisa per il Leone. Ma così non è stato. Bisognerà forse aspettare ancora per la soluzione definitiva, visto che l’intesa si è bloccata al primo scoglio. Cioè quando è stata proposta l’eliminazione del Comitato per le operazioni strategiche, l’organismo che nella precedente edizione vedeva Clemente Rebecchini, Francesco Gaetano Caltagirone, Romolo Bardin e Lorenzo Pellicioli, con il ceo Philippe Donnet presidente.
Su questo punto sembrerebbe essersi consumata la rottura con Francesco Gaetano Caltagirone, Marina Brogi e Flavio Cattaneo che vedevano in questo Comitato anche un modo per portare il contributo anche degli azionisti al dibattito. Visto che Caltagirone in Generali ha investito circa 3 miliardi per salire al 9,95%. Al pari di Leonardo del Vecchio. Il punto di mediazione e di inclusione delle minoranze, da quanto emerge, sembrava quello di affidare, per esempio, la presidenza del comitato Parti correlate a Cattaneo e altre posizioni in tutti i comitati a Brogi e Caltagirone. Con Donnet fuori dai comitati. Ma la decisione degli esponenti delle minoranze è stata quella di rinunciare a far parte di tutti e cinque i comitati. Che a questo punto includeranno solo i membri della maggioranza, così come è uscita dal voto (55,99% dei voti) dell’assemblea del 29 aprile.
Il board ha comunque aperto alle minoranze e ha «incaricato il Comitato per le Nomine e la corporate governance di predisporre una proposta in merito, alla luce del benchmark di mercato». Segno che non c’è volontà di rottura bensì una disponibilità a trovare altre soluzioni. Ma «sempre secondo le regole della governance».
Secondo la maggioranza del board la scelta di eliminare il Comitato per le operazioni strategiche proviene dal fatto che questo tipo di comitato non è nelle «best practice» internazionali.
In base al board, tutto quanto attiene alle operazioni rilevanti che il Leone potrà fare nel futuro andrà discusso da tutti i componenti del consiglio, posti così allo stesso livello. L’idea, insomma, è di non replicare quanto è avvenuto con Banca Generali per la quale si era fatta avanti Mediobanca, ipotesi che non è arrivata al consiglio della compagnia ma è rimasta a livello del comitato.
Fonti vicine alla lista Caltagirone parlano di grande sorpresa dei consiglieri di minoranza di Generali alla comunicazione della soppressione del comitato operazioni strategiche, unico contraltare esistente ai poteri del ceo.
Intanto, presidente del Comitato Controllo e rischi è Luisa Torchia, delle Remunerazioni è Diva Moriani, delle Nomine e la corporate governance è Sironi, delle Operazioni con le parti correlate è Antonella Mei-Pochtler, dell’Innovazione e Sostenibilità è Umberto Malesci.