Milan, la carica di Ibra per il gran finale
Domenica l’Atalanta. Cessione del club, il disappunto di Investcorp
Non segna da quattro mesi, a San Siro addirittura da otto. Eppure Zlatan Ibrahimovic c’è e c’è sempre stato. Dietro le quinte, dentro allo spogliatoio. Come in questi giorni cruciali, durante i quali la sua leadership sta avendo un peso enorme. «Abbiamo tre partite perché la gente si ricordi di noi» ha detto ai compagni prima della vittoria di Verona. È carico come non mai e vuole a tutti i costi essere protagonista in questo finale di stagione, racconta chi gli sta vicino quotidianamente. Allenamenti doppi sul campo, sessioni extra in palestra, discorsi motivazionali ai compagni, specie ai più giovani, come Leao e Diaz: lo svedese si sta mettendo come sempre al servizio della squadra.
«Prima di chiudere voglio vincere col Milan» ha messo in chiaro un mese fa in Triennale durante un evento targato Rcs in cui presentava una collezione di opere d’arte sulla sua carriera. Bellissime, ma la verità è che per Ibra è ancora presto per diventare un quadro da appendere al muro. Prima c’è uno scudetto da vincere: una missione che sembrava impossibile e che ora è distante solo 4 punti. Il traguardo è lì, con una vittoria sull’Atalanta e una frenata dell’Inter a Cagliari potrebbe arrivare già domenica. Servono però anche i suoi gol, ora. Troppi i quattro mesi di assenza dal tabellino, per uno come lui. Gli infortuni quest’anno lo hanno perseguitato, gli «anta» si sono fatti sentire, ha giocato solo 26 partite su 46, poco più della metà. Eppure in campionato è riuscito a segnare 8 gol in 988’, praticamente uno ogni partita e mezza: niente male come media. Sta pensando seriamente di chiudere a fine stagione, Zlatan. Troppi infortuni, troppi dolori, troppe rinunce — soprattutto familiari — che ora iniziano a pesare.
La decisione definitiva non è stata però ancora presa, perché prima di tutto viene il Milan. Due partite, domenica con l’Atalanta e l’ultima in casa del Sassuolo, per lasciare il segno, per scrivere la storia. Poi si vedrà.
Da un lato la partita scudetto, dall’altra quella societaria. Il sorpasso da parte del fondo americano RedBird pare aver indispettito Investcorp, che ieri ha fatto filtrare il disappunto per gli sviluppi della trattativa d’acquisto e avrebbe posto una sorta di ultimatum a Elliott, accusata di cercare acquirenti per far alzare il prezzo. Una strategia irrituale, anche perché l’esclusiva per la trattativa è scaduta a fine aprile.