Non solo Verona Tutte le città dove il centrodestra corre diviso
Il caso Messina
Il sindaco uscente De Luca si scaglia contro la deputata forzista Siracusano
Gli azzurri: attacco sessista
La sabbia nella clessidra sta finendo, MILANO entro domattina le liste per le Amministrative 2022 dovranno essere presentate. E il centrodestra si ritrova in alto mare. I numeri probabilmente non rendono conto della situazione: in fondo, come ripetono nella Lega, «soltanto in 5 capoluoghi su 26 non si è trovato l’accordo». Ma il problema non sono soltanto Catanzaro, Messina, Parma, Verona e Viterbo in cui, come tutti ripetono, i problemi sarebbero esclusivamente locali. In realtà, l’alleanza appare sfarinarsi anche in moltissime località più piccole. Per esempio, in provincia di Napoli il centrodestra è unito nel solo Comune di Nola. Ma gli appuntamenti più delicati sono quelli in Sicilia, che in autunno andrà alle Regionali e dunque alle ultime elezioni importanti prime delle Politiche 2023. Va detto che è probabilmente proprio per non mettere la faccia su queste Amministrative che il centrodestra non si decide al summit che manca ormai dall’elezione di Sergio Mattarella, quattro mesi fa. Quattro mesi in cui il vertice è stato annunciato settimana dopo settimana senza che mai arrivasse.
Risolto il nodo cruciale di Palermo, dove l’intera coalizione sosterrà Roberto Lagalla (che non è espressione di alcun partito), le speranze sono ormai a zero per Messina. Dove oltretutto, il sindaco uscente Cateno De Luca (ora candidato governatore) si è lanciato in una sconcertante intemerata, corredata pure di gestacci, contro la deputata azzurra Matilde Siracusano: «Spiega perché hai avuto un collegio blindato a Bagheria, per quali meriti?». L’onorevole azzurra è stata indicata come possibile assessore della giunta comunale in caso di vittoria di Maurizio Croce, il candidato del centrodestra senza la Lega, che sostiene invece Federico Basile, scelto proprio da De Luca. Dal centrodestra è venuto un coro di richieste alla Lega perché prendesse le distanze. Per Giorgio Mulè, «un volgarissimo attacco sessista, l’ennesimo che Matilde subisce» da parte di «trogloditi. E oggi si aggiunge un altro nome alla lunga lista della vergogna».
Risalendo lo Stivale, a Catanzaro la candidata di FdI Wanda Ferro non sarà sostenuta da leghisti e azzurri che puntano invece su Valerio Donato, ex Pd oggi supportato da numerose liste civiche, tra cui quelle che fanno riferimento a Forza Italia e Lega (qui come Prima l’Italia). Niente da fare a Viterbo: anche qui Fratelli d’Italia punta su una sua candidata, Laura Allegrini, che complicherà la strada all’ex vicesindaco Claudio Ubertini sostenuto dal centrodestra. Stesso copione a Parma: Lega e Forza Italia sostengono Pietro Vignali, già sindaco fino al 2011, mentre FdI gli ha preferito Priamo Bocchi. Ma la realtà in cui lo scontro era più prevedibile è Verona: FdI e Lega sono per la riconferma dell’uscente Federico Sboarina, Forza Italia (con anche Italia viva) punta sull’ex sindaco leghista Flavio Tosi.