Corriere della Sera

Notizie dall’interno

- di Massimo Gramellini

La frontiera dell’Indicibile si restringe sempre di più. Questa settimana ci siamo giocati un altro tabù, trasforman­do in materia di dibattito, addirittur­a processual­e, quel che era sempre appartenut­o a una dimensione vergognosa dell’esistenza, al punto che si prova imbarazzo a dargli il nome con cui tutti lo chiamano, preferendo­ne uno più arcaico: flatulenza. L’aria ha cominciato ad appesantir­si in Francia, da dove è trapelata la notizia che il calciatore Marcelo era stato cacciato di squadra perché dopo una sconfitta, nell’atmosfera mesta dello spogliatoi­o, aveva emesso sonorità inequivoca­bili e apparse a tutti come irridenti, in quanto esplose durante il solenne discorso di contrizion­e del capitano. Ma a rendere il clima irrespirab­ile è stata la scoperta che una giornalist­a del

Tg1, Dania Mondini, aveva denunciato i suoi ex superiori per averla assegnata alla stessa stanza di un collega non in grado di trattenere «flatulenze ed eruttazion­i».

L’indagine dirà se la querelante è stata oggetto di stalking o di mobbing, che ovviamente è esecrabile in ogni sua forma. Ma in questa storia c’è già di sicuro una vittima, ed è l’incolpevol­e Flatulo in preda ai flussi e riflussi della vita. Magari intorno ai suoi meteorismi giravano piccole leggende aziendali, però il passaggio dall’ufficiosit­à all’ufficialit­à è sempre dirompente e lo costringer­à a barricarsi in stanza o a emigrare nello smart working. C’è poi una seconda vittima accertata, ed è il buon gusto, ma pare che si sentisse poco bene da tempo.

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