La capitale supplente e la sfida degli sfollati
L viv, o Leopoli come la chiamiamo noi, è sempre stata ai margini della guerra. Ha subito attacchi, certo. Ci sono strutture danneggiate, soprattutto lungo la sua linea ferroviaria, ma la città non ha conosciuto gli orrori delle città dell’Est. A 70 km dalla Polonia, all’inizio del conflitto è stata la capitale «supplente». Le ambasciate, il coordinamento dei flussi di profughi, la gestione delle emergenze sanitarie, gli arrivi umanitari: tutto passava da Leopoli. Ora il grande sforzo è trovare un lavoro e costruire insediamenti per gli sfollati che si fermano in città. Nella regione ne sono registrati 237 mila, di cui 75 mila bimbi. Le tracce della guerra si vedono nei checkpoint all’ingresso e all’uscita della città e nei sacchetti di sabbia sui monumenti.