La tenace resistenza nell’acciaieria
Resistono, nonostante tutto. Le centinaia di combattenti ucraini, marine dell’esercito regolare e uomini del reggimento Azov, asserragliati da oltre due mesi nei sotterranei delle acciaierie Azovstal di Mariupol non si arrendono. L’artiglieria russa continua a bombardare l’area degli accessi ai tunnel e le loro teste di cuoio sono a poche decine di metri. Ma gli ucraini replicano diffondendo video di sfida e dichiarazioni in cui ricordano che se anche alzassero le braccia verrebbero subito massacrati. Ieri la vicepremier, Irina Vereshchuk, è tornata a parlare pubblicamente di un canale negoziale con la Turchia per portare in salvo almeno le centinaia di combattenti feriti, forse oltre 500. Ma Putin esige la resa totale.