Conte insiste: no ad altre armi Letta avverte: si pesino le parole
Il leader M5S: non voglio creare problemi all’esecutivo Nel Movimento c’è chi ipotizza il voto in autunno Giorgetti: i nuovi Paesi nella Nato non abbreviano la guerra
MILANO Le fibrillazioni con il premier, le voci che circolano nel Movimento su una ipotesi di voto anticipato a ottobre, ma anche le parole di Giuseppe Conte che ribadisce la fiducia nei confronti del governo proprio di fronte alla stampa estera: tre tracce per capire il futuro dei Cinque Stelle.
Conte dribbla le voci sulle tensioni all’interno della maggioranza: «Io mi auguro di no, queste posizioni qualcuno le legge in modo malizioso, come se noi si voglia e ci si diverta a creare problema al governo... Ma assolutamente no», assicura Conte. Il leader M5S però al tempo stesso continua a porre paletti all’esecutivo: dopo il terzo decreto sull’invio di armi a Kiev «riteniamo che Italia debba concentrarsi su una soluzione diplomatica, politica». L’ex premier insiste: «Sono oltre trenta le guerre nel mondo». Rivendica poi la presidenza della commissione Esteri al Senato (il Movimento pensa di candidare l’ex capogruppo Licheri, ma l’elezione è tutt’altro che scontata e Italia viva frena, ndr) e invita a non guardare «adesso i sondaggi». «Siamo nella condizione di tornare protagonisti», afferma. Nonostante le rassicurazioni, nel Movimento cresce la preoccupazione per un ritorno alle urne: le indiscrezioni — smentite dai vertici — danno un timing autunnale, a ottobre. Tra gli stellati c’è chi fa notare che manca ancora una struttura territoriale e che non sono state prese decisioni sul tetto dei due mandati, elementi che in teoria fanno pensare che non ci siano strappi in vista. In più c’è chi sottolinea come le parole su Draghi alla stampa estera siano state misurate.
Con il Pd però proseguono i battibecchi. «Dovremo tutti dimostrare capacità di discernimento, tutti pesino le parole», sottolinea Enrico Letta invitando a «non sciupare la grande opportunità che abbiamo oggi», cioè un «governo con una maggioranza larga che ha sulle spalle la tenuta del Paese». «È chiaro che questo dialogo privilegiato esiste, ma non ci spingerà mai a trascurare le nostre convinzioni politiche», dice di rimando Conte, che stoppa un eventuale ingresso del M5S in giunta in Campania.
Se da un lato ci sono le punzecchiature di Letta, dall’altro Giancarlo Giorgetti fa un’altra analisi. «Mi fido di Conte? Io ho fatto il sottosegretario alla presidenza di Conte, quindi lo conosco bene, i tanti pregi e anche qualche difetto», dice il ministro leghista. Che aggiunge: «In questo momento il M5S rappresenta il partito più numeroso in Parlamento non
si può sottovalutare». Il ministro leghista poi interviene sull’allargamento della Nato: ««L’ ingresso di Finlandia e Svezia di sicuro non aiuta ad abbreviare il conflitto».
Conte, intanto, con la stampa estera minimizza i dissidi con Luigi Di Maio. Sull’adesione alla Nato della Finlandia l’ex premier è cauto («Può avere degli effetti e delle implicazioni ma non mi sento affatto di offrire una risposta negativa»), mentre il ministro degli Esteri afferma che l’Italia «sosterrà pienamente» l’ingresso. Conte rivendica il suo ruolo di guida del M5S. «La responsabilità della linea politica spetta al sottoscritto. Oggi il Movimento non può più cambiare indirizzo per l’uscita estemporanea di un singolo», dice. E precisa: «C’è Grillo, che è il garante dei valori ma è notorio che Grillo che non partecipa alla determinazione della linea politica».
Emanuele Buzzi