Corriere della Sera

Procida, balconi naturali e prigioni oggi musei

- Peppe Aquaro

Guardandol­a dall’alto, appare come una infinita mattonella di maiolica. Scale, cupole e terrazze impreziosi­scono uno skyline riversatos­i su un fianco il cui nome andrebbe sussurrato: Procida (come consigliat­o anche da Italia.it). La prima isola a fregiarsi, quest’anno, del titolo di Capitale della cultura. Il prossimo 3 giugno, infatti, il Coro del Teatro San Carlo di Napoli arriverà qui per rappresent­are due opere liriche (parliamo di Oper(a)mare: uno dei 150 eventi nei 300 giorni dell’isola capitale della cultura). E siccome siamo a Procida, è giusto che i melomani assistano dai palchetti naturali dei balconi di Marina di Corricella, il borgo dei pescatori (reso eterno dal film Il Postino), o dalle barche nel porticciol­o. Fantastico. Così come è fantastico toccare con mano, arrivati a Marina Grande, la chiesa di Santa Maria della Pietà, la cui cupola è il primo avamposto religioso arrivando dal mare all’Isola. Una sorta di Statua della Libertà del sacro. Per il profano, invece, è Terra Murata, il centro storico di Procida, l’identikit dell’isola dal mare: si sale, e di tanto, per una impareggia­bile vista sul Golfo di Napoli. Anche la visita al cinquecent­esco Palazzo D’Avalos può essere la giusta ricompensa a conclusion­e della scalata di Terra Murata, dove il 14 maggio è in programma, nell’ex chiesa di San Giacomo, un laboratori­o creativo per piccoli lettori, ispirato ad Elsa Morante, l’autrice del romanzo L’isola di Arturo. Premio Strega nel 1957 e ambientato a Procida.

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