Terzo Tempo
Il ritorno (e il fascino) della meccanica manuale
Credere ma soprattutto investire in movimenti a carica manuale di nuova progettazione è oggi un modo per promuovere e al contempo preservare la storia dell’orologeria ma anche per andare incontro al gradimento degli appassionati più autentici. Perché sebbene negli ultimi decenni i calibri automatici si siano fatti preferire principalmente per ragioni di comodità d’utilizzo, sono proprio le meccaniche manuali a stuzzicare gli appetiti degli intenditori più smaliziati. Tale soluzione tecnica, oltre a comportare l’innegabile vantaggio di uno spessore ridotto per via dell’assenza del rotore di carica, si dimostra tra l’altro filologicamente corretta per equipaggiare collezioni contemporanee ispirate però a modelli del passato. Come il Khaki Pilot Pioneer Mechanical Chronograph (1.995 euro) di Hamilton, modello riemerso di recente dagli archivi del brand per rievocare il fascino degli strumenti di misurazione del tempo forniti negli Anni 70 dalla stessa marca ai piloti della Raf, la British Royal Air Force. Esecuzione con cassa in acciaio da 40 mm e quadrante dal sapore vintage selezionata per portare al debutto il movimento H-51-Si. Manuale sì, ma dotato di un’avanzata spirale del bilanciere in silicio.