L’astronave nera della scrittura
«NAmburgo, apre la Montblanc Haus Esposte le lettere di Hemingway, Proust, Rilke, Voltaire, Einstein, Frida Kahlo. Il ceo Baretzki: «È la casa dell’espressione libera di sé»
iente data: solo monday, lunedì. Mese? Anno? Non importa. La firma? Ernesto, non Ernest. In fondo era a Cuba, no? Basta scrivere Ernesto. Che meraviglia». Oscar Isaac sorride, ipnotizzato dalla lettera di Hemingway incorniciata a due spanne dal suo naso (la missiva su carta intestata della Finca Vigia è indirizzata a Jane Mason, «Dear Janey», l’amica del cuore che ispirò La breve vita felice di Francis Macomber). Alle spalle dell’attore che passa in scioltezza dai fratelli Coen all’Amleto del Public Theater a Star Wars c’è Dree Hemingway, pronipote di quel grande, che osserva felice. Poco più in là Maggie Gyllenhaal, attrice e regista di La figlia oscura tratto da Elena Ferrante: fissa, emozionata, una lettera di Proust: …l’inoubliable mémoire de ceux qui ne sont plus, il ricordo indimenticabile di coloro che non sono più. Daniel Bruhl, divo poliglotta, scruta la grafia meticolosa di Rilke. Questa è la sala delle lettere autografe. Al piano di sopra, nell’archivio per la prima volta aperto al pubblico, l’ospite italiano, il pupillo di Franco Battiato Giovanni Caccamo, giovane musicista colto, osserva le antiche pubblicità Montblanc il cui lettering, di oltre cent’anni fa, sembra realizzato oggi da qualche maxi-studio del design tipografico.
Parlavano tutti a bassa voce (cosa rarissima per un galà) martedì sera i trecento ospiti famosi e non famosi dell’inaugurazione della Montblanc Haus, museo dedicato alla scrittura costruito proprio accanto alla sede centrale, a Amburgo, dell’azienda fondata mel 1906. L’edificio progettato da Fuensanta Nieto e Enrique Sobejano pare una grande astronave nera, scintillante nella luce del nord della città tedesca: riproduce la silhouette di una delle scatole originali della penna Meisterstück.
«È un museo ma anche un centro culturale di assoluta flessibilità, le possibilità sono infinite — spiega il ceo Nicolas Baretzki, francese —. È uno spazio espositivo, ci sono
le esperienze immersive della digital art, l’atelier della scrittura che offrirà corsi di calligrafia, scrittura creativa, lezioni per bambini. È la casa della scrittura: quindi la casa di chi legge, di chi ama i libri. Abbiamo condiviso la nostra collezione di lettere autografe dei grandi, da Voltaire a Einstein, da Fitzgerald a Frida
Kahlo. È la casa dell’espressione libera di sé: ha visto l’opera di Wendy Andreu, in lana colorata e inchiostro? Ecco, questo è un luogo di ispirazione, non una strategia di marketing. Se hai qualcosa da dire, la miglior strategia di marketing è mostrare chi sei».