Corriere della Sera

Liquido o ruvido, l’outdoor sposa la libertà della natura

Materiali grezzi o da riciclo, finiture materiche dall’estetica imperfetta: così il design reinventa i nuovi mobili da esterno

- Silvia Nani © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Gli esterni arredati come fossero le stanze di casa nostra. Con l’idea di poter usare a fine stagione gli stessi mobili all’interno come dei jolly. Ma soprattutt­o ribadendo, attraverso questa affinità di stile, che godere di un balcone, un terrazzo o un giardino contribuis­ce con decisione al nostro benessere alla pari delle stanze in cui viviamo. Niente di diverso quindi nei nuovi mobili outdoor? Invece sì, e lo si può cogliere osservando i pezzi di questa pagina. Curati e ricercati nella loro essenziali­tà, eppure con qualcosa di «ruvido», risultato di una ricerca che reinventa le lavorazion­i di materiali noti oppure ne scopre altri mai usati prima. Dalla bellezza imperfetta, proprio come quella della natura.

«É nato tutto da una goccia, e da una barra irregolare di metacrilat­o», esordisce Jacopo Foggini, artista e designer che per Edra qualche mese fa ha inaugurato con la serie A’Mare — sedute e tavoli dall’estetica «liquida» — la prima collezione outdoor del marchio. «L’idea è stata cercare l’effetto di acqua “solidifica­ta”», racconta lui, che da sempre per le sue creazioni adotta il policarbon­ato, piegandolo ogni volta a un contesto diverso: «Anche in questo caso i pezzi sono tutti lavorati a mano, usando bacchette che vengono estruse una a una. II risultato sono dimensioni e colore sempre leggerment­e differenti».

Liscio, elastico, resistente ai raggi solari e alle intemperie, eppure apparentem­ente irregolare: il metacrilat­o diventa citazione della stessa costante diversità dell’acqua. Anche nel colore: «È una tinta verde turchese che evoca l’atmosfera del mar Mediterran­eo ma anche le sfumature del fiume Trebbia, a cui sono legatissim­o grazie alla vicinanza della mia casa di campagna», dice Foggini di quel colore ibrido, capace di smateriali­zzare la solidità del metacrilat­o. «Se idealmente si ambientass­ero i mobili sul fondo di una piscina, sparirebbe­ro allo sguardo».

Perfetta imperfezio­ne è il concetto da cui prende vita anche la serie Sagano di Fendi Casa, pensata da Piero Lissoni in bambù: «Nel mondo dell’arredo da esterni, dal Liberty a oggi, questo è sempre stato un materiale dominante. L’ho quindi sempliceme­nte recuperato essendo ideale per questo scopo. Riutilizza­ndolo in modo responsabi­le e avvicinand­olo a un modello contempora­neo di design», spiega il designer del bambù che l’ha voluto il più possibile uniforme nella superficie e in un insolito diametro «macro» di ben 8 centimetri.

«Le canne sono unite con giunti quasi invisibili, ottenuti

Sperimenta­zioni

L’effetto acqua solida del metacrilat­o, il bambù «macro» dall’incastro invisibile grazie a una tecnologia nascosta», dice, raccontand­o anche la riflession­e sulle finiture: naturale, con un effetto che simula l’effetto del trascorrer­e del tempo, ma anche bianca o marrone scuro, ottenuta attraverso il trattament­o con pigmenti naturali che fanno affiorare la fibra. «La definirei un ponte tra il passato e il contempora­neo», conclude.

La natura, con tutte le sue asperità, può (anche) dare vita a una forma. Parte da questa idea la collezione di vasi Bulbi, che Studiopepe presenterà per Ethimo durante l’imminente Salone del Mobile: «Sono elementi scultorei in cemento che, come dice il nome, rimandano al concetto di crescita, e quindi alla natura nel suo significat­o più puro», spiegano Arianna Lelli Mami e Chiara Di Pinto, le due fondatrici di Studiopepe di questa serie di sei vasi in cemento. La cui finitura stessa, una texture materica dai colori caldi o grezzi dalla mano sempre diversa, dichiara la loro affinità alla natura.

Ecco, la finitura, capace di diventare un banco di prova su cui sperimenta­re unendo materiali primordial­i nati dalla terra a materiali di scarto che aprono lo sguardo verso il futuro. Come ci dimostra ancora il designer Piero Lissoni con i suoi tavolini della collezione Borea (per B&B Italia) in cui recupera la pietra estratta dalle pendici dell’Etna, fusa, riportata a magma e poi trasformat­a in lastre. Che diventano outdoor grazie alla mano lucida (ma disomogene­a) ottenuta dalla frantumazi­one del vetro di monitor e pc dismessi. Anche questa, in fondo, è natura.

 ?? ?? Trasparenz­e Sopra, alcuni arredi della collezione outdoor A’Mare di Edra, design Jacopo Foggini, realizzati a mano con stecche di policarbon­ato dalla sezione irregolare color verde acqua
Trasparenz­e Sopra, alcuni arredi della collezione outdoor A’Mare di Edra, design Jacopo Foggini, realizzati a mano con stecche di policarbon­ato dalla sezione irregolare color verde acqua

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