Corriere della Sera

Troppa tattica? Il Blockhaus fa paura

- Marco Bonarrigo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nel giorno che doveva stravolger­e la classifica del Giro d’Italia, i corridori erano attesi al traguardo alla spicciolat­a, separati da grandi distacchi e stravolti dalla fatica. E invece sono scesi a Potenza come da una metropolit­ana nell’ora di punta: il vagone maglia rosa contava oltre 40 passeggeri tra big, mezzi big, seconde e terze punte.

Perché la super tappa lucana non ha fatto selezione? «Mi aspettavo anch’io spettacolo e distacchi — spiega Roberto Damiani, stratega della Cofidis — e credo siano mancati perché il circuito di Napoli di oggi e il Blockhaus di domani spaventano tutti. Dopo aver reso innocua la fuga, la Ineos di Carapaz — che sta dominando la corsa — ha deciso di procedere ad andatura conservati­va. Ma la fatica è stata tanta lo stesso: metà gruppo è arrivato con mezz’ora di ritardo».

Sulla stessa linea Paolo Slongo, diesse della Trek-Segafredo: «Manca la battaglia per precise scelte tattiche — racconta l’ex mentore di Nibali — influenzat­e da una partenza a razzo in pianura e dall’esplosione del grande caldo. Capisco le aspettativ­e del pubblico, ma ci aspettano ore di enorme fatica e Verona è molto lontana. Diversi atleti, come il nostro Giulio Ciccone, poi, sono partiti da Budapest con la preparazio­ne rallentata dal virus».

Fabrizio Tacchino, uno degli allenatori della Nazionale, specifica la questione fisiologic­a. «Il percorso di avviciname­nto al Giro di molti atleti — spiega — è stato difficile per via di Covid e long Covid. La paura di contagi ha fatto annullare o riservare a pochi big i lunghi stage di gruppo in altura che permetteva­no di raffinare la preparazio­ne. Corridori meno allenati o che magari temono di andare in riserva dopo una decina di giorni tendono a prendere meno rischi e fare meno fatica. E quindi vanno più piano».

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(LaPresse) Favorito L’ecuadorian­o Richard Carapaz della Ineos è il favorito del Giro, che ha già vinto nel ‘19

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