Corriere della Sera

La battaglia del grano

Cereali trasportat­i dagli invasori in Crimea, depositi che bruciano, tir carichi fermi in coda: l’altro conflitto che si combatte sul Mar Nero è alimentare Ucraina isolata per mare e terra «E i russi trafugano le scorte»

- Dalla nostra inviata Marta Serafini

ODESSA «Hanno bombardato cinque minuti fa, siete fortunati». M-14, strada tra Mykolaiv e Kherson, altezza di Shevenchov­e. È metà aprile, il grano è stato piantato da poco negli stessi campi in cui restano conficcati i resti dei grad e delle cluster bomb. «La vedi quella colonna di fumo? È un deposito di grano che brucia», dice il soldato al check point. Pochi chilometri più a Nord, a Zelenyi Hai, Igor ha appena finito di dare da mangiare agli animali. Intorno a lui ci sono le macerie di due case. I russi hanno sganciato due grad la mattina. «Siamo rimasti in cinque. Coltiviamo la terra e alleviamo gli animali. Restiamo per proteggerl­i, dove altro potremmo andare?». La settimana successiva, a Zelenodo’s’k, sotto Kryvyi Rih, Tatiana, sfollata da un villaggio della regione di Kherson racconta: «I russi hanno rubato tutto, anche il grano, lo portano in Crimea. Mio marito è rimasto, quando esce a coltivare la terra si mette il giubbetto antiproiet­tile prestatogl­i da un suo amico».

«Questa maledetta guerra sta bloccando tutto», si dispera Misha mentre i tir carichi sono fermi in coda sulla strada tra Mykolaiv e Odessa. Decine e decine di tonnellate di grano che molto probabilme­nte non riuscirann­o a partire perché la M-15 verso la Romania e la Bessarabia è bloccata e perché i russi continuano a bersagliar­e il ponte di Zatoka. È la guerra del grano. «Un ricatto che Putin sta facendo al mondo tenendo bloccato il porto di Odessa», spiega al Corriere il vicesindac­o Oleg Bryndak. Via mare non si passa. Via terra è sempre più complicato mentre Kiev accusa Mosca di trafugare le scorte dai territori occupati. «Oltre 1,5 milioni di tonnellate di grano sono state trafugate a Zaporizhzh­ya, Kherson, Donetsk e Luhansk», secondo il viceminist­ro ucraino dell’Agricoltur­a, Taras Vysotsky.

Stagione 2020-2021. Dopo l’inizio della guerra, dei 24 oblast ucraini 6 hanno completato la semina, nonostante l’invasione russa. Il ministero non ha diffuso previsioni per il raccolto del 2022, ma gli analisti stimano una produzione di 41,4 milioni di tonnellate, meno della metà rispetto agli 86 milioni dell’anno scorso. Una guerra che va ad affamare i più poveri. Secondo l’Observator­y of Economic Complexity, Russia e Ucraina rappresent­ano quasi il 29% delle esportazio­ni globali di grano, arrivando a sfamare tra i 600 e gli 800 milioni di persone in Africa, Asia e Medio Oriente. Ma se i Paesi, soprattutt­o africani, hanno iniziato a guardare all’India, New Delhi proprio ieri ha fatto infuriare tutti vietando le esportazio­ni di grano. Speculazio­ni che hanno fatto aumentare i prezzi del 22% e che la padrona di casa del G7, la ministra tedesca Annalena Baerbock, prova a evitare chiedendo a tutti gli Stati membri di « agire velocement­e» mentre il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, parla di «guerra del pane».

E mentre la diplomazia prova a lavorare, migliaia di chilometri a Sud-Est di Odessa le foto satellitar­i mostrano la nave russa Matros Pozynich all’ancora nel porto di Latakia, in Siria. Qui Mosca ha la sua base navale e aerea conquistat­a grazie all’appoggio dato al dittatore siriano Bashar Assad. Secondo Kiev, a bordo ci sono 27 mila tonnellate di cereali rubati all’Ucraina. Carico che la Russia avrebbe inizialmen­te

L’ostacolo Bloccata la strada verso la Romania: il ponte di Zatoka è uno dei bersagli

cercato di consegnare in Egitto, rispedito però al mittente mentre i diplomatic­i ucraini fanno a tutti la stessa richiesta: «Non accettate il nostro grano rubato dai russi. Solo così vinceremo questa guerra».

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Nei campi Palloncini con i colori della bandiera ucraina in un campo vicino alla frontiera a Medyka, in Polonia (Ap)

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