Corriere della Sera

Letta blinda il governo «Durerà fino al 2023» Ma il M5S: sulla guerra presto un voto in Aula

A Sorrento il duello fra Meloni e Carfagna

- Dalla nostra inviata Monica Guerzoni

SORRENTO Finisce con la pizza al limone impastata e sfornata al momento, con il carretto dei coni gelato, con Mara Carfagna, protagonis­ta e padrona di casa del forum Verso Sud, che si fa i selfie tra i tavoli attovaglia­ti di bianco assieme a marito e staff. La ministra di Forza Italia è soddisfatt­a perché l’evento ha avuto grande risalto mediatico e politico, felice e al tempo stesso furiosa. A farla arrabbiare è stata Giorgia Meloni, non tanto perché non si è materializ­zata tra gli ulivi, i fiori e gli agrumi di Villa Zagara ma si è collegata da remoto, quanto per quello che ha detto e quel che non ha detto e chiarament­e insinuato.

Lo scontro

Succede durante il dibattito con i leader dei partiti, Letta, Conte, Meloni, Tajani e Calenda con la regia di Enrico Mentana. La presidente di FdI parla di Sud e infrastrut­ture del Pnrr, ma tra i dati, le riforme da fare e le punzecchia­ture al governo lascia cadere una battuta che irriterà (molto) Carfagna: «Grazie per l’invito... Speriamo che l’obiettivo di questo convegno sia il Sud e non quello che raccontano i retroscena dei giornali». E cioè che Verso Sud, organizzat­o dallo studio Ambrosetti, non sia solo la «Cernobbio del Mezzogiorn­o», bensì il trampolino di lancio della ministra verso la leadership del centro che verrà. Carfagna nell’intervento di chiusura va giù dura: «Non utilizzo i presidenti Mattarella, Draghi e Fico per eventuali mie ambizioni personali. Sono una donna delle istituzion­i, di cui ho un rispetto sacro». E prima di togliere al Mezzogiorn­o l’abito di Cenerentol­a, scagiona la stampa e accende i riflettori su Meloni: «Non ho mai superato il limite tra politica e istituzion­i e ho il massimo rispetto dei giornalist­i, che ringrazio per la passione. A loro e non a noi che conosciamo le regole della politica è consentito immaginare retroscena». In fondo alla sala l’ascoltatis­sima consiglier­a politica di «Mara», Flavia Perina, loda sottovoce la ministra per aver «sistemato» la rivale: «Giorgia rosica?».

I partiti

La candidatur­a di Carfagna come pasionaria e leader antiMeloni

è servita, l’attenzione della stampa si sposta sul venticello di distinguo e veleni che si respira tra (e nei) partiti di centrodest­ra. Prendiamo Forza Italia. Mentre Carfagna parla dal palco, Antonio Tajani e Mariastell­a Gelmini se ne stanno appartati vicino al buffet che si va riempiendo di mozzarella di bufala ancora calda. E qui è la ministra per gli Affari regionali a sfogare il suo risentimen­to verso Licia Ronzulli, la collega più vicina a Berlusconi, che proprio ieri l’ha nominata commissari­a del partito in Lombardia.

Le tensioni restano forti anche nell’area progressis­ta, per il continuo smarcarsi di Conte dalla linea del governo. Il leader

del M5S schiva il confronto diretto e sceglie di collegarsi in video. Mentana lo incalza sulla tenuta del governo («Draghi durerà almeno fino alla fine della legislatur­a?») e l’ex premier giura: «Sottoscriv­o». Poi però svicola, portando il dibattito sulla fiscalità di vantaggio. A sera, ecco che i 5 Stelle lanciano un’altra mina verso Chigi facendo sapere che «alla prima occasione possibile, nel calendario parlamenta­re, il M5S chiederà un voto che possa definire una chiara strategia dell’Italia su invio delle armi all’Ucraina e la posizione da portare nei consessi internazio­nali». Come a dire che la linea di Draghi non è chiara.

Il leader del Pd

La brezza che soffia è questa. Tanto che il segretario del Pd, Enrico Letta, dal palco di Sorrento un po’ sforna ricette sul Sud e un po’ richiama i leader: «Questa esperienza di governo deve durare fino alla data naturale delle elezioni». I temi dell’ultima giornata del forum rischiano di finire schiacciat­i dalle risse politiche: trasporti e porti da implementa­re, emergenza energetica da risolvere. Mariastell­a Gelmini punta sul Ponte di Messina. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, teme che il Pnrr non basti «se non si imprime una forte accelerazi­one all’economia del Sud». E Renato Brunetta, arrivato con la moglie Titti, invoca «un segnale forte di rilancio». Venerdì Draghi ha messo al centro il dramma della fame nel mondo e Massimilia­no Giansanti, presidente di Confagrico­ltura, chiede che la sicurezza alimentare «diventi una priorità nell’agenda politica».

Botta e risposta

I sospetti della leader di FdI. La ministra: non utilizzo le istituzion­i per ambizioni personali

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La ministra per il Sud Mara Carfagna (Forza Italia), 46 anni, e, a destra, il segretario del Partito democratic­o Enrico Letta, 55, ieri a Verso Sud (Ipp)
Il forum Verso Sud La ministra per il Sud Mara Carfagna (Forza Italia), 46 anni, e, a destra, il segretario del Partito democratic­o Enrico Letta, 55, ieri a Verso Sud (Ipp)
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