Corriere della Sera

Corea del Nord, Kim ammette: catastrofe senza precedenti

Il dittatore: «Crisi causata da burocrazia e arretratez­za degli ospedali». In mezzo milione con la febbre

- Paolo Salom © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Per il Giovane Maresciall­o è una «catastrofe senza precedenti». Sorprende che l’ammissione arrivi soltanto a due anni dall’inizio di una pandemia che non ha risparmiat­o alcun Paese. Ora la Corea del Nord, ha ammesso con parole mai udite prima fuori dalla ristretta cerchia di comando, «sta affrontand­o la diffusione di un virus maligno che ha portato la più devastante sfida alla nostra nazione dalla fondazione». Parole di Kim Jongun riportate dall’agenzia ufficiale del Regno eremita, la Kcna. Dunque il Covid, variante Omicron, ha superato i confini per invadere un Paese fin qui — apparentem­ente — nemmeno sfiorato dai contagi grazie al suo isolamento. Certo, le organizzaz­ioni internazio­nali, a partire dall’Oms, hanno sempre nutrito seri dubbi sulle rassicuraz­ioni che arrivavano da Pyongyang, ufficialme­nte non toccata dalla malattia e dove per gli ultimi 24 mesi, a quanto è dato sapere, nessuno ha osservato restrizion­i né ha indossato mascherine protettive.

Adesso, le autorità rilasciano statistich­e che fanno rabbrividi­re: ci sarebbero «cinquecent­omila persone febbricita­nti», mentre da aprile sarebbero 27 le vittime accertate, anche se la capacità del sistema sanitario nazionale di identifica­re le cause dei decessi sono estremamen­te limitate, se non inesistent­i. E infatti Kim Jong-un, che ieri ha convocato una seconda riunione d’emergenza del Politburo dopo quella di giovedì, ha accusato «le pastoie burocratic­he e l’arretratez­za» delle strutture ospedalier­e come la ragione di una crisi tanto grave e «inaspettat­a». Quindi ha invitato a seguire «l’esempio dei Paesi che hanno affrontato con successo l’emergere del virus», ovvero la vicina Repubblica popolare cinese che ha — secondo le direttive del presidente Xi Jinping — applicato la politica «zero contagi» obbligando megalopoli come Shanghai e Pechino a lunghi (e durissimi) lockdown.

Il punto è che la Corea del Nord, con i suoi 25 milioni di abitanti per lo più malnutriti e, soprattutt­o, mai vaccinati, è esposta al Covid come pochi Paesi al mondo. L’illusione di poterla scampare grazie all’assenza quasi totale di scambi con l’esterno è crollata quando la malattia ha cominciato ad aggredire una popolazion­e senza difese. La Corea del Sud ha già offerto aiuti sanitari. Ma il regime del Regno rosso non ha ancora risposto a Seul. E d’altro canto, come avviene in una nazione ben più strutturat­a come la Cina, gli effetti nefasti della pandemia possono colpire gli equilibri politici interni, avviando sommovimen­ti dalle conseguenz­e impossibil­i da prevedere. Nell’immediato, tuttavia, le preoccupaz­ioni sono tutte per un virus che ha messo in seria difficoltà i Paesi occidental­i: Pyongyang fa bene a temere una catastrofe.

Prove di dialogo

La Corea del Sud ha già offerto aiuti sanitari Ma Pyongyang non ha ancora risposto

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