Corriere della Sera

Un raviolo dedicato al Giro Ma la regina qui diventa la carbonara limited edition «La più amata e discussa»

Giovanni Rana e le ricette ispirate alla Corsa Rosa

- Di Lorenza Cerbini

Ètra i nonni più famosi d’Italia. Un po’ attore e tanto buongustai­o. Giovanni Rana prende gli italiani per la gola. Nell’immaginifi­co televisivo è entrato di prepotenza, raccontand­o col sorriso i ripieni dei suoi ravioli che attraggono i palati della generazion­e Millennial­s (e post) anche di Oltreocean­o, curiosi e già abituati a sapori di tradizioni culinarie diverse. I «Rana lovers» sono oggi una tifoseria che dà il suo consenso sui social a colpi di like. Il pastificio interpreta in chiave moderna i sapori della tradizione italiana e, come già avvenuto nel precedente Giro d’Italia, anche quest’anno pedala accanto alla corsa rosa proponendo quattro ricette regionali.

Una «limited edition» (sugli scaffali fino a settembre) tributo alla cucina di Campania, Emilia-Romagna, Liguria e Lazio. Tre le nuove proposte Rana – Giro d’Italia: i ravioli

salsiccia e friarielli; i ravioli crudo squacquero­ne e rucola e i più originali girasoli con pesto, patate e fagiolini. Un tour gastronomi­co, ma è la carbonara la regina. «La ricetta più discussa e anche quella più amata — dice Giovanni Rana, nipote 25enne

che, nelle fattezze, tanto rassomigli­a al nonno, omaggiando­lo col nome —. Sapevamo sin dall’inizio che reinterpre­tare una ricetta storica come la carbonara avrebbe acceso gli animi dei nostri consumator­i e l’abbiamo ritenuta, proprio per questo, una conversazi­one di valore grandissim­o, una possibilit­à di connession­e, di dialogo e condivisio­ne».

Nata nel 1962 a San Giovanni Lupatoto (Verona), Rana è oggi una multinazio­nale con 8 stabilimen­ti, 4.000 dipendenti e una catena di 23 ristoranti (si cucina al momento) distribuit­i in tutt’Italia, più uno a Berlino. Un’azienda all’avanguardi­a grazie alle intuizioni di Gian Luca (figlio di nonno Giovanni) da oltre 30 anni alla guida dell’azienda. Le nuove proposte nascono all’interno del reparto Ricerca e Sviluppo per essere testate nel ristorante «Famiglia Rana» a Vallese di Oppeano dove vengono anche realizzati alcuni degli spot con il capostipit­e. «La sfida di realizzare per centinaia di migliaia di consumator­i ciò che normalment­e viene creato dalla brigata di un ristorante per pochi ospiti è stata abbracciat­a dal nostro chef stellato Giuseppe D’Aquino e dai nostri ricercator­i», dice Rana, entrato in azienda dopo gli studi a New York. «Spesso dico, scherzosam­ente, che sono in Rana dal 1995, anno della mia nascita. E oggi provo la grande gioia di lavorare insieme a mio padre».

Intanto, l’azienda procede sulla strada dell’innovazion­e. «Per la prima volta si possono acquistare tutte le nostre ricette online, sono circa un centinaio». Sul web si possono ordinare anche le 999 box limited edition contenenti tutta la nuova gamma Rana – Giro d’Italia e, per gli amanti

L’iniziativa

La celebre azienda propone quattro formule regionali per festeggiar­e la gara

del rosa, anche il grembiule da cucina dipinto a mano dalla stamperia Bertozzi di Gambettola (fondata nel 1920) e dei piatti firmati dalla storica Bitossi Ceramiche con le illustrazi­oni in chiave Giro dell’artista Marianna Tomaselli. Una tavola gustosa e tutta rosa, insomma, che piace tanto al giovane Rana.

«La mia ricetta preferita? La risposta corretta è “tutte”. Dovendo scegliere, salsiccia e friarielli, sfogliavel­o ripieni di mozzarella e ‘nduja. Quindi, il sugo “BologNew!”, un ragù senza carne, il cui nome gioca su un modo nuovo di cucinare la tradiziona­le bolognese».

 ?? ?? Tre generazion­i Da sinistra in senso orario: Giovanni Rana, il nipote che porta il suo stesso nome e il figlio Gian Luca che guida l’azienda
Tre generazion­i Da sinistra in senso orario: Giovanni Rana, il nipote che porta il suo stesso nome e il figlio Gian Luca che guida l’azienda

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