Corriere della Sera

Ci sono i tratturi E poi appare una sorpresa chiamata Sepino

- Peppe Aquaro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Se li percorress­ero i corridori, il Giro si trasformer­ebbe in una Parigi-Roubaix della Transumanz­a. Parliamo dei tratturi del Molise, sui quali hanno camminato, sin dal tempo dei Sanniti, pastori e greggi; così come i loro colleghi dell’antica Roma, dall’Abruzzo alla Puglia (passando per il Molise) e ritorno. Ma furono soprattutt­o gli aragonesi, nel 1400, a credere nell’importanza commercial­e dei tratturi. Coltivando quel senso della misura che ritroviamo ancora oggi nella larghezza dei tratturi: poco meno di 12 metri. Camminando lungo il Tratturo Pescassero­liCandela (consigliat­o anche da Italia.it), lungo più di 200 chilometri, dopo aver superato Cantalupo nel Sannio incontriam­o Sepino, tra i borghi più belli d’Italia con più di 2000 anni di storia alle spalle. Storia romana. Raccontata ancora oggi da più di un chilometro di mura, strade lastricate, Foro, Basilica e anfiteatro. Dalla

Roma in miniatura alle strade battute Papa Celestino V, da non lasciare mai solo: si intitola, infatti, «Io cammino con Celestino» il percorso di 90 chilometri nel cuore del Parco nazionale della Majella. Siamo in Abruzzo, tra le vette coperte di faggete e grotte naturali paleolitic­he: luoghi dall’anima divisa in due. La spirituali­tà si avverte tutta, per esempio, a Caramanico Terme, con l’eremo di San Bartolomeo a 650 metri d’altitudine; ma anche le acque taumaturgi­che, sempre a Caramanico, aggiungono quel pizzico di detergente sacralità che non guasta.

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