Luigi Calabresi mezzo secolo dopo, il dovere della memoria
Martedì un incontro al Teatro Gerolamo con la vedova e i figli del commissario assassinato nel 1972, la ministra Marta Cartabia e Paolo Mieli
Lo uccisero a Milano sotto casa sua, a colpi di pistola, il 17 maggio 1972, cinquant’anni fa. L’assassinio del commissario di polizia Luigi Calabresi fece seguito a una violenta campagna di stampa contro la vittima, accusata di essere responsabile per la morte del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, precipitato da una finestra della questura di Milano nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969, pochi giorni dopo la strage di piazza Fontana.
Negli attacchi a Calabresi si distinse soprattutto il giornale «Lotta continua», organo dell’omoniche mo gruppo della sinistra extraparlamentare. E proprio a Lotta continua appartenevano coloro che, dopo un lungo e controverso iter giudiziario cominciato nel 1988, sono stati condannati per il delitto in seguito alle rivelazioni del collaboratore di giustizia Leonardo Marino: Ovidio Bompressi, Giorgio Pietrostefani e Adriano Sofri.
A questa vicenda è dedicato l’incontro intitolato «Luigi Calabresi e il senso di questi cinquant’anni», che si tiene a Milano martedì 17 alle ore 18.30 presso il Teatro Gerolamo (piazza Cesare Beccaria, 8), con ingresso a inviti. Racconteranno la loro drammatica esperienza di vita la vedova del commissario, Gemma Capra, che ha appena pubblicato il libro autobiografico La crepa e la luce (Mondadori), e i figli Mario (giornalista e scrittore, già direttore della «Stampa» e della «Repubblica»), Paolo e Luigi.
Sono previsti anche interventi della ministra della Giustizia Marta Cartabia e di Paolo Mieli, storico ed editorialista del «Corriere». La presenza di quest’ultimo è particolarmente significativa perché nel 1971 fu tra i firmatari, molto numerosi e illustri, di un appello comparso sul settimanale «L’Espresso» contenente frasi molto dure nei riguardi del commissario Calabresi. Un gesto del quale a più riprese Mieli ha detto si vergogna di avere compiuto.
La serata, che sarà animata dalle letture di Luca Zingaretti e dalle musiche di Manù Bandettini, rievocherà un momento tragico della nostra storia, i primi terribili passi degli anni di piombo, ma nello spirito pacato, improntato al perdono, che è stato sempre proprio della famiglia Calabresi, nonostante la situazione difficile in cui si trovò la signora Gemma a 25 anni, sola con due figli piccoli e un terzo in arrivo. A questo proposito vale la pena di ricordare i suoi due incontri con Licia Pinelli, vedova di Giuseppe, in un clima sereno di reciproco rispetto.