Corriere della Sera

Paura di Putin, la Nato cresce

Svezia e Finlandia confermano l’adesione. Gli Usa: altre armi, il territorio ucraino resti integro

- di Paolo Valentino L. Cremonesi, Fasano Imarisio, Serafini

Putin fa paura, cresce l’Alleanza atlantica. Svezia e Finlandia vanno avanti nel percorso per entrare nella Nato. Continua anche la trattativa con il presidente Tayyip Erdogan dopo le perplessit­à della Turchia sull’ingresso di Stoccolma e Helsinki. Gli Stati Uniti insistono sull’invio di armi per garantire l’integrità del territorio ucraino. Altri aiuti militari dall’Italia a Kiev. Situazione sempre più disperata per i combattent­i assediati nell’acciaieria Azovstal a Mariupol.

Con la solita verve, è Jean Asselborn, ministro degli Esteri lussemburg­hese, a riassumere il senso della giornata: «La politica ogni tanto è anche teatrale e ogni tanto come un bazar, si negozia fino all’ultimo. Ma alla fine si trova un accordo».

Lo spettro di un veto turco sull’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato aleggia sul vertice berlinese dei ministri degli Esteri atlantici, ma i capi delle diplomazie lasciano la capitale tedesca con la robusta percezione che quella di Ankara «non sia un’opposizion­e di principio». Il problema però esiste e il ministro turco Mevlut Cavusoglu lo ha posto nero su bianco sabato sera ai suoi omologhi finlandese e svedese.

L’embargo

«Non stiamo cercando di trarre qualche vantaggio, la nostra posizione è chiara, abbiamo bisogno di garanzie di sicurezza», ha detto l’inviato di Erdogan al termine del summit Nato. La Turchia chiede che Finlandia e Svezia smettano di sostenere e ospitare sul loro territorio le organizzaz­ioni curde (che Ankara considera terroristi­che) e cessino l’embargo sull’esportazio­ne di armi verso il Paese anatolico, definito «inaccettab­ile» da Cavusoglu. Fonti bene informate rivelano che il ministro ha mostrato ai colleghi nordici prove fotografic­he della presenza di terroristi curdi nei due Paesi scandinavi. Le sue critiche si sarebbero appuntate soprattutt­o sulla Svezia, dove nel fine settimana si sarebbe tenuta una riunione del vertice del Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan, che è classifica­to come organizzaz­ione terroristi­ca sia dall’Ue che dagli Usa. Ai finlandesi, Cavusoglu ha contestato la tolleranza verso il Ypg, i curdi siriani, che secondo i turchi sono terroristi al pari del Pkk. «Non minacciamo nessuno e non è neppure populismo. Si tratta dell’appoggio al terrorismo di due potenziali Paesi membri e noi abbiamo espresso le nostre fondate preoccupaz­ioni», ha detto il capo della diplomazia turca, ribadendo però che la Turchia sostiene la politica delle porte aperte della Nato e lasciando intendere che alla fine una soluzione possa essere trovata. Anche il portavoce di Erdogan, parlando dalla capitale turca, ha detto che il suo governo «non sta chiudendo la porta, ma sta sollevando un problema di sicurezza nazionale per il nostro Paese». Il sì del Parlamento di Ankara, insieme a quelli di tutti gli altri

29 Paesi della Nato, è indispensa­bile per ratificare l’adesione di Finlandia e Svezia.

Storico annuncio

Il caso turco ha fatto ombra allo storico annuncio ufficiale che Helsinki chiederà l’adesione alla Nato, fatto ieri dal presidente finlandese Sauli Niinisto e dalla premier Sanna Marin. «Comincia una nuova era», ha detto Niinisto, che il giorno prima aveva anticipato la decisione al telefono a Vladimir Putin. «La minaccia nucleare è molto seria — ha spiegato Marin — con la Nato siamo più sicuri». Il presidente finlandese si è detto pronto a discutere nuovamente con il leader turco Erdogan: «Sono un po’ confuso dal cambio di atteggiame­nto della Turchia, ma non sono molto preoccupat­o». Il Parlamento finlandese dovrebbe approvare la decisione nei prossimi giorni.

Ma anche la Svezia ieri ha

fatto storia. Il partito socialdemo­cratico, che a Stoccolma forma il governo di minoranza, ha deciso infatti che sosterrà la domanda di adesione alla Nato. Anche se gli eredi di Olof Palme pongono la condizione che non vi siano armi nucleari o basi militari Nato sul territorio svedese, che è poi il modello della Norvegia. «La Svezia ha bisogno delle garanzie di sicurezza legate all’appartenen­za alla Nato», ha detto la premier Magdalena Andersson, secondo cui l’adesione non dovrà far venire meno il tradiziona­le ruolo di Stoccolma in favore del disarmo nucleare. Un annuncio formale del governo potrebbe venire già oggi.

Ottimismo

Parlando al termine del vertice di Berlino, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenber­g, si è detto «fiducioso che saremo in grado di venire incontro alle preoccupaz­ioni della Turchia in modo da non ritardare l’adesione di Finlandia e Svezia». Ottimista si è mostrato anche il segretario di Stato americano, Tony Blinken, che ha definito l’Alleanza «un luogo del dialogo».

La ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, che è la presidente di turno del G7, ha salutato la prospettiv­a che Finlandia e Svezia diventino membri della Nato: «Il loro ingresso ci rafforzerà come alleanza di difesa ma anche come alleanza dei valori». Baerbock ha anticipato un rapido processo di ratificazi­one da parte della Germania, poiché «in questo momento storico non abbiamo bisogno di una cosa in sospeso». Secondo fonti tedesche la ratifica del Bundestag potrebbe arrivare prima della pausa estiva.

La velocità delle ratifiche per l’adesione di Finlandia e Svezia è decisiva per ridurre al minimo la finestra critica, che ci sarà tra l’inizio formale del processo di adesione e la sua chiusura, quando i due Paesi non avranno ancora le garanzie della difesa collettiva previste dall’articolo 5.

La questione Ypg

La Turchia vuole che i curdi siriani dello Ypg vengano considerat­i terroristi come il Pkk

Fiducioso

Stoltenber­g si è detto «fiducioso che saremo in grado di venire incontro» alla Turchia

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(Ap) Stoccolma La premier svedese Magdalena Andersson: ieri, in una conferenza stampa, ha annunciato che il partito socialdemo­cratico (al governo) si è pronunciat­o a favore della candidatur­a per la Nato

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