Fra una settimana Entrambe vincono, verdetto rinviato. Hernandez, gol capolavoro Il Milan corre, ma l’Inter c’è Uno scudetto all’ultimo secondo
Domata l’Atalanta, il titolo resta in gioco fino all’ultima giornata: domenica il Sassuolo Ora basta solo un punto per lo scudetto Magia di Leao e gol capolavoro di Theo
Tutto rinviato all’ultima giornata. Continua il derby infinito tra Milan e Inter per la conquista dello scudetto. I rossoneri battono l’Atalanta con i gol di Leao e Theo Hernandez. I nerazzurri espugnano Cagliari con reti di Darmian e doppietta di Lautaro.
MILANO A un punto dallo scudetto. Il Milan scala anche l’ultima montagna, la ruvida Atalanta e adesso al Diavolo felice basta un punto, uno solo, probabilmente domenica, a Reggio Emilia contro il Sassuolo.
È vero che la squadra di Dionisi contro le grandi si esalta e a San Siro ha annichilito la banda Pioli con un perentorio 3-1 in rimonta. Ma il Milan, questo Milan, ha una consapevolezza nuova e una forza d’animo diversa da quella di allora. Ha imparato a gestire le partite e capirne i momenti. Contro l’Atalanta, che non regala niente, soffre nel primo tempo e allunga, implacabile, nel secondo: prima la rasoiata di Leao, undicesimo acuto del suo campionato e poi l’entusiasmante cavalcata di Theo Hernandez, 93 metri da una parte all’altra del campo prima del diagonale vincente. Cinque vittorie di fila e cinque partite casalinghe senza subire gol. L’ultimo a tenere la porta inviolata per così tanto tempo è stato un certo Ancelotti. Segnali. Come la straordinaria partita di Kessie, ormai un ex, sulle tracce di Pessina a cui toglie metri e fiato.
Tutto perfetto. O quasi. L’Inter, vincendo a Cagliari, rinvia la festa e il lungo derby di Milano resterà sospeso sino all’ultima respiro. Anche se il vantaggio rossonero è evidente e soltanto la capolista può perdere la sprint suicidandosi all’ultima curva.
Il Milan non sembra disposto a fare regali. Quello che piega l’Atalanta non è scintillante, ma pratico e concreto, pronto a cogliere l’attimo dentro una partita sporca, giocata all’inizio con un po’ di frenesia e poi domata grazie alla qualità delle stelline rossonere, ma anche ai cambi di Pioli, che decide di togliere lo spento Giroud e l’inconcludente Saelemaekers per Rebic e Messias. Proprio il brasiliano, un minuto dopo essere entrato, inventa il lancio che Leao trasforma nell’oro dell’1-0, bruciando sullo scatto Koopmeiners e stregando Musso. L’Atalanta protesta vibratamente perché l’azione è condizionata da un intervento duro di Kalulu su Pessina, ma Orsato, confortato dalla Var, decide di lasciar correre. Lo stadio, 75 mila anime pronte a far festa, balla e canta.
La squadra di Gasperini a caccia dell’Europa ha una reazione e Zapata, entrato per Muriel, prima di testa e poi di piede, prova a far paura a Maignan. Ma il Milan, ormai, si è preso la partita e Theo Hernandez chiude il conto. Lo scudetto numero 19, dopo 11 anni di astinenza, è dietro l’angolo. Pioli alla fine si concede pure un balletto insieme ai tifosi. Ma ora dovrà gestire un’altra settimana di passione. Manca poco, ma quel poco è ancora tantissimo.