Addio a don Di Piazza il prete degli ultimi
Il teologo Vito Mancuso lo ricorda il 23 aprile, a Zugliano di Pozzuolo del Friuli, quando lo aveva chiamato per parlare di padre Ernesto Balducci nel Centro di accoglienza che ne porta il nome. Dice: «Don Pierluigi Di Piazza era in carrozzina, accompagnato dall’infermiere. Nei suoi occhi ho visto la pace di chi sa che deve morire, ma sa che ha lavorato bene, non ha tradito, è rimasto fedele alla grande vocazione al bene, alla giustizia, alla pace, alla cultura, alla solidarietà. E penso che possa essere di aiuto a chiunque sapere che si può morire con la pacificazione di non aver sprecato il tempo». Don Pierluigi Di Piazza è mancato ieri a 74 anni, dopo una malattia durata alcuni mesi. Il Centro di accoglienza e promozione culturale Ernesto Balducci, che aveva fondato nel 1989 e che nei decenni ha accolto un migliaio di profughi e migranti da oltre 50 Paesi (adesso su 50 ospiti, la metà sono ucraini), lo ricorda come «testimone di cultura della non violenza, della pace, della solidarietà e dell’impegno civile». Mancuso riassume il suo impegno in quattro parole chiave: «Ultimi, cultura, pace e dialogo interreligioso». Nel Centro Balducci si sono confrontati, tra gli altri, il Dalai Lama e il Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel. Con l’astrofisica Margherita Hack aveva scritto il saggio Io credo. Dialogo tra un’atea e un prete. «Ha avuto un ruolo importante e sempre riconoscibile sul piano spirituale e sociale», lo ha salutato il governatore Massimiliano Fedriga.