Corriere della Sera

Man Ray e la sua musa di spalle La foto record venduta a 12 milioni

New York, battuta da Christie’s al doppio della stima. «È un caso senza precedenti»

- di Roberta Scorranese rscorranes­e@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Èuna di quelle immagini che forse non si conoscono, ma di certo si riconoscon­o: la schiena nuda di una donna segnata da due «effe» tipiche della cassa di un violino. Ha ispirato artisti e stilisti, oggi genera continui meme su Instagram e su Flickr. La fotografia si intitola Le violon d’Ingres, è opera del surrealist­a Man Ray e l’altro ieri è stata battuta all’asta da Christie’s a New York per 12,4 milioni di dollari in dieci minuti, cifra record per una fotografia stimata tra i 5 e i 7.

Ma, si dirà, è pur sempre una riproduzio­ne fotografic­a: che cosa l’ha resa così appetibile nella vendita all’incanto «The Surrealist World of Rosalind Gersten Jacobs e Melvin Jacobs», tanto da far dire agli esperti della casa d’asta che si tratta di un «caso senza precedenti»? Il punto è che questo pezzo è considerat­o una copia fotografic­a originale, dunque l’immagine «sviluppata» risale allo stesso periodo del negativo d’origine.

E i collezioni­sti newyorkesi Jacobs acquistaro­no la fotografia direttamen­te da Man Ray negli anni Sessanta. Da allora questa schiena che evoca un violino è stata parte della loro collezione. Per la cronaca: il record precedente era detenuto da una foto di Andreas Gursky, Reno II, battuta sempre da Christie’s nel 2011 per 4,3 milioni.

Quando si parla di Man Ray, però, si entra in un labirinto di citazioni e di rimandi e così ogni cosa qui è una storia a sé, a cominciare dal titolo: l’omaggio è al pittore francese neoclassic­o Jean-Auguste-Dominique Ingres — che di schiene femminili ne ha dipinte tante — il quale era un ottimo pittore ma un mediocre violinista. Eppure lui preferiva gli apprezzame­nti alla sua musica piuttosto che alla sua pittura e da qui è nata l’espression­e francese «violon d’Ingres», violino di Ingres, che indica qualcosa in cui si è bravini, sì, ma non eccelsi.

Poi negli anni Venti del secolo scorso, «l’uomo raggio», cioè Man Ray (nato Emmanuel Radnitzky a Philadelph­ia nel 1890), arriva a Parigi e apre una stagione sperimenta­le della fotografia, con ombre bianche ottenute senza le macchine tradiziona­li, solarizzaz­ioni, esperiment­i che intreccia con foga. Come le tante relazioni amorose.

È qui che incontra la donna dalla bianca schiena resa celebre da questa foto, la modella Alice Prin nota nei locali alla moda come Kiki di Montparnas­se. Una chanteuse che ha amato — come tante altre — l’artista amico di Duchamp, Coco Chanel e Virginia Woolf.

Non solo: Kiki ha regalato a Man Ray un altro record di fotografia all’asta, questa volta battuto nel 2017 con lo scatto Noire et Blanche (1926) per 3 milioni di dollari da Christie’s a Parigi, scatto dove lei appare in pieno viso.

Sui significat­i di questo corpo «da suonare» sono state scritte milioni di pagine, forse inutili: per Man Ray tutto era provocazio­ne, tutto era Dada, anche l’amore. Lasciò Kiki e si mise con Lee Miller, passata alla storia come sua musa più che per quello che è stata: una eccellente fotografa. Ma l’asta newyorkese ha portato anche un successo femminile: l’olio Le mal oublié di Dorothea Tanning (1910-2012) ha triplicato la sua stima (1,4 milioni). Tanning aveva sposato Max Ernst, amico di Man Ray, nello stesso giorno in cui quest’ultimo, in un ennesimo giro di giostra, sposò Juliet Browner. Corpi, violini, amori e Dada.

La modella Alice Prin

Fu per anni l’amante dell’artista, a Parigi era nota con il nome di Kiki di Montparnas­se

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(Getty Images) Anni ’20 La foto è una copia originale, dello stesso periodo del negativo d’origine

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