Corriere della Sera

Annabelle Belmondo: sul set mi ispiro al nonno Jean-Paul

- Valerio Cappelli

Annabelle Belmondo porta il suo cognome ingombrant­e con grande gioia. È in American Night, il noir pop di Alessio Della Valle ambientato nel mondo dell’arte (nelle sale dal 19). Grande cast, Emile Hirsch, Paz Vega e Jonathan Rhys Meyers, l’ombroso mercante d’arte che inciamperà in Annabelle. Viene dalla moda. «Poi ho avuto desiderio di far conoscere la mia personalit­à un po’ di più, al di là del fisico. Sono stata influenzat­a e ispirata da mio nonno».

Jean-Paul Belmondo: Saint Tropez, gli amori, le discoteche, le auto sportive, i sigari, le scazzottat­e, gli abiti gessati: «Beh sì, una vita spericolat­a. Avrei adorato vivere quell’epoca, che non esiste più. Emanava un’energia frenetica che coinvolgev­a chiunque. In genere si pensa al passato come un sogno: quello lo è stato veramente. Da bambina mi fece fare la comparsa in un suo film. È stato un secondo padre (con Chris Waters, padre biologico, non ha rapporti e non ne parla, ndr). Vivevamo due mesi l’anno insieme, abbiamo abitato nello stesso palazzo, lui era proprietar­io di tre piani su cinque».

Un ricordo? «Una sera doveva uscire con i miei genitori, io piangevo perché volevo che mia madre restasse con me.

Facevo il bagno nella vasca e nonno per farmi smettere si buttò nella vasca in smoking. Io fui sotto shock, smisi di piangere ma dopo due minuti ripresi a urlare più forte di prima». Da lui ha ereditato «il buon umore, il vedere l’aspetto positivo delle cose, caratteris­tica molto poco francese. La passione per gli animali. Voglio creare una Fondazione per aiutare quelli che hanno bisogno. Il cane di nonno ha un nome intraducib­ile che vuol dire con un po’ di puzza sotto al naso, è ancora in vita, viene dal canile di Brigitte Bardot».

Se le diciamo Alain Delon? «Lui non faceva parte della nostra vita insieme, suo figlio Anthony era amico di mio zio, io ho lavorato con sua figlia Anouchka al Festival di Sanremo, nel 2017 entrammo in scena sulla musica di Borsalino». Ha una zia molto più giovane di lei. «Stella, l’ultimogeni­ta di nonno. Ha 18 anni, io ne ho 34. Ma ancora più strano è che lei è la sorella di mia madre, che ne ha 63. Va a scuola a Londra, quando viene a Parigi facciamo yoga insieme, andiamo d’accordo. Da piccola le facevo da mamma, nonno aveva avuto l’ictus».

Che film vorrebbe fare? «Una commedia. Se pensiamo alla guerra, non farebbe male ridere un pochino. Un cinema che faccia uscire dal quotidiano, quei ruoli fuori norma di mio nonno. Poi, se mi chiede il mio sogno, allora dico Sorrentino e Garrone».

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Noir Annabelle Belmondo e Jonathan Rhys Meyers nel film «American Night»

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