Il ritorno di Sarri allo Stadium nel giorno di Chiellini e Dybala Ma il chiodo fisso della Juve è Pogba
Contro la Lazio nella sera degli addii. Incontro con l’agente del francese
Ruggine
Forse non era impossibile da pronosticare, ma quando Maurizio Sarri fu bruscamente accompagnato alla porta l’8 agosto 2020, il giorno dopo l’uscita dagli ottavi di Champions post lockdown contro il Lione, pochi pensavano che due anni dopo sarebbe stato l’ultimo allenatore della Juventus a vincere lo scudetto.
Uno scudetto tra l’altro «non festeggiato, hanno celebrato di più il quarto posto del 2021...» come ha detto in seguito l’allenatore della Lazio, che oggi torna per la prima volta allo Stadium. «Credo che Sarri vada accolto nella maniera giusta, se lo merita» sottolinea Massimiliano Allegri, che ha metabolizzato a fatica il fatto di essere esonerato nel 2019 proprio per lasciare spazio all’antagonista che più si era avvicinato, con il suo Napoli, a sfilargli lo scudetto. Un duello a distanza quasi ideologico che ha finito per logorare più Allegri di Sarri.
Che poi lo Stadium oggi possa riservare un tributo all’allenatore di «una stagione di m.», come l’ha definita il presidente Andrea Agnelli nella serie Amazon dell’anno scorso, è tutto da vedere. Specialmente dopo le frasi di Sarri a novembre, alla vigilia della sfida all’Olimpico vinta dai bianconeri con una doppietta su rigore di Bonucci: «Dei tifosi della Juventus non me ne frega niente, non sono juventino. Ho lavorato alla Juventus, sono contento di averlo fatto e di aver vinto uno scudetto, ma non sono juventino. Quindi possono fare ciò che vogliono».
A occhio e croce l’attenzione del popolo sarà riversata su tutt’altro: l’addio dopo 17 stagioni di Capitan Chiellini e quello dopo 7 anni e 115 gol (dato ancora aggiornabile) di Dybala: «Due cose diverse — spiega Allegri — : Giorgio dà l’addio dopo un’intera carriera e forse andrà a giocare negli Stati Uniti, mentre Paulo ha una carriera davanti e avrà anche lui il tributo dei tifosi».
L’argentino, che come ha ribadito il vicepresidente Nedved non più tardi di mercoledì, ha giocato al rialzo ed è stato escluso dal nuovo corso, ha scritto ieri un messaggio ai tifosi: «È difficile trovare le parole giuste per salutarvi, ci sono di mezzo tanti anni e tante emozioni, tutte assieme... Pensavo che saremmo stati insieme ancora più anni, ma il destino ci mette su strade diverse».
L’Inter resta la destinazione più probabile, anche perché chi va via dalla Juve si divide in due fazioni: i nostalgici (vedi i ritorni di Morata, di Bonucci, quello sempre più possibile di Paul Pogba, la cui agente sarà oggi a Torino) e i «vendicativi» come Conte e Marotta, che punta sulla voglia di riscatto della Joya, anche quella verso Madama. Sarri appartiene ovviamente al secondo partito e ha l’occasione per consolidare il quinto posto che vale l’Europa League. Allo Stadium la Juve ha vinto appena 10 partite su 18 (4 pari e 4 ko): la ricostruzione bianconera o riparte dalla riconquista della propria casa — quella che incuteva timore a tutti — o non partirà tanto presto.
L’ultimo allenatore a vincere lo scudetto coi bianconeri e la ruggine con il club e i tifosi