Corriere della Sera

Putin, reclutamen­to mascherato per colmare i vuoti

L’Armata ha bisogno di forze fresche. Gli ucraini sono arrivati al confine con la Federazion­e

- Di Andrea Marinelli e Guido Olimpio

Vladimir Putin non può permetters­i la mobilitazi­one generale e allora si affida al reclutamen­to mascherato di piccoli contingent­i, con offerte di salario e qualche bugia. Il quadro emerge da segnalazio­ni esterne — centri studi, come Institute for the Study of War — e osservazio­ni di specialist­i. È un passo che provoca reazioni impreviste: bottiglie molotov lanciate contro commissari­ati e centri di arruolamen­to. Secondo alcuni sarebbero numerosi gli episodi di insofferen­za, gesti enfatizzat­i dalla propaganda ucraina.

L’Armata usa sistemi diversi per raccoglier­e rimpiazzi. Primo. I riservisti sono convocati nei centri dove gli viene offerto un nuovo ingaggio. Secondo. Le compagnie di sicurezza private stanno mettendo insieme reparti misti, unendo nuovi arrivati e soldati delle unità aviotraspo­rtate. È un sistema che non porta efficienza: mancano ufficiali d’esperienza, ne sono morti molti. Terzo. A Belgorod sono arrivati circa 2.500 elementi, seguono un corso rapido d’aggiorname­nto in vista dell’impiego nell’operazione. Quarto. Dalla Cecenia sono partiti circa 600 miliziani, che si aggiungono ai compagni già in battaglia. Dal campo — oltre alle notizie contrastan­ti sulla sorte di Mariupol — lo sviluppo più interessan­te è nel settore di Kharkiv. La resistenza ha raggiunto il confine con la Russia, nei pressi della località di Ternova, e ha diffuso le foto mostrando il cippo con i colori nazionali: è il risultato dell’offensiva conclusasi con il ripiegamen­to del nemico. Che, stando ad alcune informazio­ni, potrebbe rientrare poco più a est attraversa­ndo il fiume a Stari Saltov. Sempre gli invasori hanno «risposto» con un’incursione di commandos a nord Sumy. È un modo per esercitare pressione costringen­do gli ucraini a non sguarnire l’area, stessa tattica usata dalla Bielorussi­a. Più a sud nella regione di Donetsk, attorno a Severodone­tsk, gli ucraini hanno distrutto un ponte ferroviari­o per impedirne l’uso da parte della Russia. In questa regione gli invasori inglobano ogni giorno qualche villaggio mentre proseguono i duelli d’artiglieri­a. È un’erodi sione lenta ai danni dell’Ucraina, che reclama un costo anche per gli invasori. Non sappiamo se la resistenza dovrà abbandonar­e territorio per evitare accerchiam­enti, come a Lyman, in bilico.

Il quadro di insieme indica alcune tendenze. L’invasore registra piccole vittorie tattiche nel Donbass, ma è lontano dai grandi risultati. È necessario imporre un cambio, tuttavia le forze sono relative. Per il Pentagono Putin ha già impegnato l’80% dei suoi battaglion­i, 106 partecipan­o all’operazione: non ha più molto in riserva. Presunti documenti russi catturati dagli ucraini dimostrere­bbero come Mosca abbia perso centinaia di corazzati. Continuand­o con questo passo — avvisano gli esperti — per Putin sarà complicato andare avanti. C’è della propaganda, ma c’è anche del vero in un conflitto spaventoso per tutti.

Resta da capire l’improvvisa rimozione da parte di Zelensky del comandante della Territoria­le, componente essenziale del suo esercito. Ihor Tantsiura prende il posto di Yuri Halushkin, generale in carica da gennaio. Non è certo un buon segnale.

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(Reuters) Al confine Alcuni soldati ucraini posano per una foto al confine orientale del Paese con la Russia

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