Corriere della Sera

MAI VERGOGNARS­I DEI PADRI MA RICONOSCER­E LA SCELTA GIUSTA

- Caro Arturo,

Parlando della Resistenza degli alpini, mi pareva giusto citare anche altri alpini, che fecero — o furono obbligati a fare — la scelta sbagliata. Perché questo dovrebbe amareggiar­la? Non è in discussion­e la loro buona fede.

I bandi Graziani chiamarono alle armi tutti i giovani italiani. Molti andarono convinti. Molti andarono per paura: l’alternativ­a era essere fucilati. Molti si nascosero. Molti disobbedir­ono e si unirono alla Resistenza. Ho scritto un libro con Vittorio Messori, in cui Vittorio parla del padre, alpino della Monterosa, e scrive: «Mai ho pensato di stimarlo meno per questo».

Credo che nessuno di noi debba provare vergogna per le scelte dei propri padri e dei propri nonni (tranne i casi limite dei criminali, che purtroppo ci furono). Erano nati e cresciuti sotto il fascismo, non sempre furono messi nelle condizioni di scegliere liberament­e. L’importante è rendersi conto ora che combattere per Hitler e Mussolini anche dopo l’8 settembre fu una scelta sbagliata. Molti non sono disposti a riconoscer­lo.

(Per quanto riguarda i confini occidental­i: se a differenza di quelli orientali sono rimasti quasi intatti, tranne la dolorosa perdita di Tenda e Briga, è perché gli Alleati fermarono de Gaulle, che intendeva annettersi la Valle d’Aosta. Quindi, mi perdoni, ma storicamen­te il merito è forse più dei resistenti che della Monterosa. Va ricordato però che in qualche raro frangente partigiani e truppe della Repubblica sociale si mossero di concerto per salvare l’italianità di quelle montagne).

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