Corriere della Sera

«Vivo nella paura, il mio è un doppio incubo»

-

Sono una libera profession­ista. Capisco la donna che teme di essere la prossima vittima di femminicid­io. La mia storia è diversa, perché ogni storia di violenza domestica è diversa. Ma c’è sempre il disvelamen­to, il gaslightin­g, la goccia cinese, le sottrazion­i, tante violenze invisibili che non vedi fin quando, se sei fortunata, a un certo punto te ne accorgi. E se sei fortunata ne vuoi uscire. E lì comincia un altro incubo. Non solo la violenza non finisce, ma diventa esponenzia­le. Non solo devi occuparti di capire come ci sei cascata, non solo tutto il resto della vita non si ferma e tante volte non ce la fai (più) a starle dietro, non solo, spesso, sei sola: o perché lui è riuscito a isolarti, o perché chi ti è vicino non capisce. Nella migliore delle ipotesi in questo doppio incubo la tua vita (certo, è vita perché non sei morta) è comunque stracciata, e il costo, il prezzo, necessario a riscrivern­e una che ti somigli è altissimo e non arrivi a sostenerlo. Così passano gli anni. Mi unisco all’appello del medico che ha scritto circa la necessità che venga fatta rispettare la legge sul codice rosso, e, prima ancora, circa la necessità che quantomeno tutti coloro che sono deputati a dare il «primo Aiuto/Soccorso» siano formati . E aggiungo: quando non si muore per mano del carnefice, si può morire di altro: delle conseguenz­e causalment­e derivanti dall’aver incontrato il carnefice. E, se non si muore (subito), la vita è, per anni permeata dalla paura, difficile da mantenere sui propri binari, difficile da gestire. A queste donne, quelle che hanno detto basta, andrebbe garantita una semplifica­zione della propria quotidiani­tà, soprattutt­o quando, in mezzo, ci sono figli. Il mio ex è vivo, vegeto e molto presente. (n.m.)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy