Banksy, un eroe molto contemporaneo
In edicola la prima monografia della collana dedicata alle superstar dell’arte
La filosofia di Banksy, inafferrabile eroe dell’arte contemporanea, è affidata a poche parole rimaste più o meno volontariamente intrappolate nella Rete. Frasi come: «Alcune persone vogliono rendere il mondo un posto migliore. Io voglio solo rendere il mondo un posto più bello. Se non ti piace, puoi dipingerci sopra!». Anche per questo, senza alcun risentimento, Banksy aveva così accettato nel 2007 che quello da lui aveva realizzato ispirandosi a Pulp Fiction di Tarantino su di un muro vicino alla stazione della metro londinese di Old Street, fosse cancellato dalla società dei trasporti con la motivazione che creava una immagine di decadenza sociale e negligenza civile.
Soltanto il ben più mediatico e glamorous Damien Hirst può oggi reggere il confronto, in fatto di popolarità universale e non soltanto tra gli addetti ai lavori, con Banksy, la cui celebrità sembra piuttosto ispirarsi al modello-Warhol.
Comincia con il primo volume dedicato appunto a Banksy un viaggio nell’arte contemporanea scandito dalle monografie inedite (firmate da Flaminio Gualdoni) sui suoi protagonisti-superstar:
Christo (sabato 21 maggio), Maurizio Cattelan (28 maggio), Jeff Koons (4 giugno), Bill Viola (11 giugno), Gerhard Richter (18 giugno), Arnaldo Pomodoro (25 giugno), Giulio Paolini (2 luglio), Marina Abramovic (9 luglio). Sarà un modo per scoprire un universo davvero complesso che lo stesso Banksy ha così definito: «L’arte che guardiamo è fatta da solo pochi eletti. Un piccolo gruppo crea, promuove, acquista, mostra e decide il successo dell’Arte. Solo poche centinaia di persone nel mondo hanno realmente voce in capitolo. Quando vai in una galleria d’arte sei semplicemente un turista che guarda la bacheca dei trofei di un ristretto numero di milionari». Un modello molto più «democratico» di quello proposto da tanti altri suoi colleghi.