L’Italia a Cannes
Martone in concorso. Marinelli, Borghi e Favino protagonisti, Golino presiede «Un Certain Regard» Trinca giurata e regista di un film sui genitori
CANNES La sua prima volta qui fu nel 2001, venuta al mondo del cinema con La stanza del figlio, Palma d’oro di quell’anno. Per Jasmine Trinca la Croisette è un luogo amico. È tornata più volte, già nel 2003 per La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana, nel 2017 è stata premiata come miglior attrice per Fortunata di Sergio Castellitto. Quest’anno è nella giuria presieduta da Vincent Lindon e il 21 presenterà, fuori concorso, il suo primo lungometraggio, Marcel! dedicato ai suoi genitori con Alba Rohrwacher — altra nostra attrice molto amata dal festival — e un piccolo, ma significativo cameo di Valeria Golino, chiamata invece come presidente della giuria di Un Certain Regard. La sezione dove nove anni fa presentò la sua opera prima, Miele (protagonista proprio Trinca).
Tornato alle date consuete di maggio (da oggi fino a sabato 28) il festival e suoi organizzatori sembrano avere fretta di cancellare il ricordo dei due anni precedenti: l’edizione saltata del 2020 e quella del luglio scorso. Di pandemia qui nessuno parla più. Meglio puntare lo sguardo verso il cielo alla Magritte del manifesto con il Jim Carrey di Truman Show. Tutto si tiene: il cinema d’ autore e il ritorno di Hollywood, con Tom Cruise e Tom Hanks in testa, il glamour e l’ombra della guerra con le immagini di Mariupol, le feste riservate e TikTok, nuovo sponsor.
In quanto al nostro cinema, un solo film in concorso a Cannes 75 ma molta Italia. Mario Martone torna in gara dopo L’amore molesto nel 1995 con un nuovo ritratto napoletano, un gioco a tre chiuso tra i vicoli del rione Sanità tra Pierfrancesco Favino, Tommaso Ragno e Francesco Di Leva. È Nostalgia, dal romanzo di Ermanno Rea che non ha lasciato indifferente il delegato generale Thierry Frémaux: «Molti dei più importanti cineasti di oggi sono napoletani o raccontano quella realtà, come Sorrentino, Garrone e Martone. Napoli è la città del cinema». È in gara anche Valeria Bruni Tedeschi con un film che più francese non si può (un po’ italiano come coproduzione): Les amandiers.
Racconto molto ravvicinato e carico di passione dei momenti più intensi della scuola di teatro che Patrice Chereau fondò a Nanterre negli anni Ottanta, che l’attrice e regista aveva frequentato. Chereau è Louis Garrel, anche nel cast de L’envol (Le vele scarlatte) con cui Pietro Marcello apre la Quinzaine des Réalisateurs, curata per l’ultimo anno da Paolo Moretti. Tratto, molto liberamente, dal libro dello scrittore russo pacifista Aleksandr Grin e ambientato all’indomani della prima guerra mondiale nella campagna del Nord della Francia. E in gara come attori tra i titoli del concorso c’è anche una delle coppie più iconiche del nostro cinema, Luca Marinelli e Alessandro Borghi che dopo Non essere cattivo, raccontano un’altra amicizia messa alla prova dalla vita, diretti dai belgi Charlotte Vanermeersch e Felix Van Groeningen, in Otto montagne, del premio Strega Paolo Cognetti girato in Valle d’Aosta. È attesa anche Alice Rohrwacher per un incontro e l’anteprima del suo corto Le pupille.
Intanto sul red carpet stasera — apre la commedia di zombi Coupez! di Michel Hazanavicius —, tra i divi capitanati dalla madrina Virginie Efira, sfilerà anche Bellocchio con la squadra di Esterno notte. L’anno scorso il festival lo celebrò con la Palma d’onore e l’anteprima di Marx può aspettare. Uno dei pochi titoli di Cannes 74 che ha veramente lasciato il segno.