Una formula ricca e ibrida con spazio alla divulgazione
Duecento appuntamenti, focus sui temi d’attualità. Atteso anche Walesa
Dall’economia ci siamo sempre tenuti a distanza. Materia ostica, considerata fondamentale ma noiosa, di poco appeal per il grande pubblico. Oggi, però, l’economia offre risposte a domande sempre più urgenti, che nascono dalle incertezze degli ultimi due anni, di pandemia e ora di guerra. Siamo di fronte a uno stravolgimento epocale degli equilibri?
E se è così, ci sarà una nuova governance capace di affrontare i cambiamenti? Torna dal 2 al 5 giugno il Festival dell’Economia di Trento, organizzato da Provincia autonoma di Trento e da Gruppo 24 ORE in collaborazione con Università e Comune di Trento. I numeri di questa edizione sono da grande show: otto Premi Nobel, settantacinque relatori del mondo accademico, ventisei rappresentanti di istituzioni nazionali ed europee, undici ministri, oltre a figure di spicco del mondo industriale e del management. E a picconare l’idea dell’economia solo per gli addetti ai lavori, c’è l’apertura al pubblico non specialistico.
Conferma Gabriella Berloffa, ordinario di Economia Politica dell’Università di Trento, che spiega, «questo anno la manifestazione ha una natura più ibrida, molto diversa dalle precedenti, il programma mantiene rigore scientifico ma dà ampio spazio anche alla divulgazione».
Duecento appuntamenti, l’intera città ai piedi delle Dolomiti coinvolta (oltre venti le location), titolo «Tra ordine e disordine» che allude al futuro. «Non c’è un unico tema, toccheremo le problematiche più attuali per capire la direzione delle trasformazioni sociali ed economiche avviate e accentuate nell’ultimo periodo. Si parlerà, quindi, di transizione energetica e cambiamenti climatici, di patto di stabilità e inflazione, ma anche di economia digitale, parità di genere, innovazione tecnico-scientifica», chiarisce la docente.
Che sottolinea anche la proposta di laboratori per studenti e famiglie e gli eventi del FuoriFestival, con i live show quotidiani di Radio 24, le incursioni serali dei comici di Zelig, i concerti di musica classica. Già in pre-apertura, nella mattinata del 2 giugno, due incontri importanti: uno sull’argomento top del momento, «L’Europa della difesa», con il diplomatico Giampiero Massolo, presidente Ispi, l’altro più strettamente economico, sull’innovazione che prende il via dal basso, con Edmund Phelps (Premio Nobel Economia 2006). Il giorno successivo si parla di criptovalute, dei rapporti UsaCina (con Michele Geraci di NYU Shangai) e all’Auditorium Santa Cecilia, due Nobel per la Pace, il polacco Lech Walesa e il costaricano Oscar Arias Sanchez, riflettono sul prezzo della libertà e i costi dell’economia.
Il ruolo delle donne come motore di crescita è invece al centro del dialogo pomeridiano della ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti
Gabriella Berloffa
«Si parlerà anche di economia digitale e di parità di genere, non c’è un unico tema»
con Amy Kazmin del Financial Times.
In terza giornata, l’accento è sulla moneta unica europea (con il commissario europeo affari economici e monetari Paolo Gentiloni), sulla risposta delle banche centrali di fronte al ritorno dell’inflazione e su transizione energetica e clima (con Andrea Illy e Jeffrey Sachs della Columbia University).
Con il Nobel Daniel Mc Fadden (Economia 2000) la discussione si sposta poi sull’identificazione dei difetti dei meccanismi di mercato. In chiusura, il 5 giugno, dai focus con una dimensione locale, le fonti rinnovabili in Trentino e Alto Adige e il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nel Mezzogiorno, si salta all’economia digitale, si parla di come conciliare leadership e felicità e infine, con divulgatori e premi Nobel, si torna a concentrare lo sguardo sul mondo che verrà.
Del resto Dybala non è l’unico che lascerà la Juve, anche Morata è tra gli indiziati. Lo spagnolo prima infiocchetta il cross sul quale Vlahovic si tuffa di testa per segnare l’1-0, poi fa un gran gol con un tiro a giro sotto l’incrocio, dopo una ripartenza dello stesso Dybala, impreziosita da un tacco per Cuadrado. La serata di festa non viene intaccata nemmeno dal colpo di testa di Patric (con deviazione di Sandro) e dal pareggio di Milinkovic all’ultimo secondo, dopo una respinta di Perin su tiro di Basic. A stonare c’è solo un breve coro della curva bianconera contro Sarri, l’ultimo a vincere lo scudetto in questo stadio due anni fa, unito a qualche fischio per Agnelli. Ma non si può avere tutto. Paolo Tomaselli
Psg non avrebbe dubbi a scegliere la Juve. I bianconeri non possono competere con i salari parigini, ma con l’aiuto del decreto crescita per chi viene dall’estero a lavorare in Italia possono sperare. Dopo l’incontro di ieri il giocatore prende tempo, ma la corte della Juve è concreta.
Il futuro di Pogba si intreccia in qualche modo con quello di un altro campione del mondo, Kylian Mbappé. Secondo Marca l’attaccante del Psg, pure lui in scadenza, ha già detto sì a Florentino Perez e sarà quindi partner d’attacco di Benzema anche nel Real Madrid, oltre che in Nazionale. Lo stesso Mbappé ha detto che «la decisione è presa e annuncerò presto il mio futuro». Un anno dopo aver rifiutato l’offerta choc da 200 milioni, il club parigino si deve quindi arrendere, nonostante mesi di parole e di pressioni su Mbappé, diventato anche un tema politico durante le elezioni presidenziali. L’enfant du pays, esploso nel Monaco, ma cresciuto a Bondy a una manciata di chilometri dal Parco dei Principi, lascerà la Francia e anche per questo il Psg punta forte su Pogba, un altro fenomeno dell’Ile de France da esporre sotto la Torre Eiffel. Ma lì sarebbe lavoro. Qui sarebbe passione.