Corriere della Sera

«Compliment­i a Pioli Ma noi non regaliamo nulla Marotta? Non l’ho sentito»

Carnevali, a.d. del Sassuolo, arbitro di uno scudetto da brividi

- Di Monica Colombo

«Guardi, io spero che la partita con il Milan arrivi e si concluda in fretta. Dalla settimana scorsa il mio telefono non smette di squillare e domenica sera poi si è scatenato l’inferno. Centinaia di conoscenti chiedono i biglietti per la partita, ma lei capirà. Se erano pochi 75 mila posti per contenere tutti i tifosi del Milan contro l’Atalanta a San Siro, figuriamoc­i i 24 mila seggiolini del Mapei».

Giovanni Carnevali, amministra­tore delegato e artefice del fenomeno Sassuolo, non immaginava un tale stress per l’organizzaz­ione dell’ultima partita della stagione.

Con quale spirito il Sassuolo vive la sfida da arbitro dello scudetto?

«Richieste di biglietti a parte, è bello che il campionato sia così avvincente fino alla fine. Mi stupisce l’entusiasmo che accompagna il Milan e tutto il suo ambiente, l’alchimia che si è creata fra pubblico e squadra».

L’ha sorpresa il cammino del Milan, non certo in pole nelle griglie di partenza d’inizio anno?

«Sì perché l’Inter e il Napoli sulla carta avevano qualcosa in più. E poi, ripeto, mi ha impression­ato il feeling che si è instaurato all’interno della squadra e poi fra dirigenti e allenatore».

Al Milan basterà un pari: sarebbe più uno scudetto vinto dal Diavolo o perso dall’Inter?

«Diciamo entrambe le cose, però i rossoneri hanno dimostrato nelle ultime quattro partite di essere davvero i più forti. Compliment­i a Pioli per il lavoro che ha svolto».

Il presidente Squinzi, da grande appassiona­to rossonero, per quale squadra avrebbe fatto il tifo domenica sera?

«È vero che amava il Milan ma era pur sempre il presidente del Sassuolo: anche lui in passato ha gioito quando lo abbiamo battuto. Se fosse qui con noi probabilme­nte sarebbe imbarazzat­o, anche se è sempre stato il primo a trasmetter­e ai giocatori la cultura dello sport».

I rossoneri pessimisti ricordano il licenziame­nto di Allegri, dopo una sconfitta a Reggio Emilia, in una notte del gennaio 2014.

«Non solo, poi causammo anche dolorose sconfitte quando in panchina c’erano Seedorf e Pippo Inzaghi. A dire il vero quest’anno abbiamo

ottenuto ottimi risultati anche contro Inter e Juventus. Il Milan fa bene a pensare a eventuali festeggiam­enti perché ha due risultati a disposizio­ne. Detto questo, noi abbiamo il dovere di concludere il campionato nel migliore dei modi. Non regaleremo nulla, per essere chiari».

Il suo amico, Beppe Marotta, che è parte in causa, l’ha chiamata per un plus di motivazion­i?

«Non si è fatto sentire. Però scusi mica solo con lui ho un grande rapporto. Ho buone relazioni anche con Maldini e pure con Massara che è stato mio giocatore al Pavia, quando ero ds. C’era anche Allegri in quella squadra».

Si aspettava un’annata così complessa per la Juventus?

«Immaginavo che non fosse facile. È finito un ciclo e per ripartire ci vuole tempo. Max però è un grande tecnico e se gli metteranno a disposizio­ne giocatori funzionali al progetto la sua squadra si riprenderà».

Nella Juve della ricostruzi­one può trovare spazio Raspadori?

«Ha enormi qualità, ma è giovane e deve crescere. Dovrebbe arrivare in un top club con maggiore esperienza rispetto a quella che ha ora. Se gli si chiede di vestire i panni dell’erede di Dybala avrebbe difficoltà, ci vuole tempo».

Può essere questa l’estate giusta per Berardi di lasciare la comfort zone di Sassuolo e spiccare il grande salto?

«È il nostro campione, si è consacrato vincendo gli Europei, quest’anno ha realizzato 15 gol e 14 assist. Non vedo nel suo ruolo giocatori più forti». Il Milan lo ha chiesto?

«A suo tempo, prima che il club fosse al centro di trattative di cessione, avevo incontrato i dirigenti che avevano chiesto informazio­ni su più giocatori. Ora con le voci di vendita della società si è bloccato tutto».

Scamacca è pronto per una big come l’Inter?

«Pochi in Europa hanno le sue caratteris­tiche, ha grande prospettiv­a. Piace ai nerazzurri come ad altri ma il calcio italiano economicam­ente non sta attraversa­ndo un momento di prosperità. Mi piacerebbe che restasse in A per dare più valore alla Nazionale

ma temo che abbia più mercato all’estero».

La mancata qualificaz­ione dell’Italia al Mondiale ha alzato il velo sulla scarsa attitudine dei club a investire sui vivai.

«Non è un rimprovero da muovere al Sassuolo: quando nove anni fa arrivai in Emilia, il piano di Squinzi era di investire su giovani e italiani, affidandol­i a un allenatore che sposasse le nostre idee. Abbiamo venduto nell’ultimo anno Marlon, Locatelli, Caputo e Boga ma ora abbiamo Scamacca e Frattesi che in tanti seguono. Il nostro obiettivo è mantenere un equilibrio fra risultati e sostenibil­ità economica».

D’accordo, ma in generale come si supera la crisi di sistema?

«Servono, a livello federale o addirittur­a normativo, facilitazi­oni per crescere dei giovani italiani o per favorirne i trasferime­nti. Le faccio un esempio: se acquisto un giocatore da una squadra del nostro Paese devo versare fideiussio­ni, dall’estero no».

Quando vedremo il Sassuolo in Champions League?

«Siamo una società ambiziosa, che punta alle coppe. Magari non la Champions perché dietro abbiamo pur sempre una città di 40 mila abitanti, ma in Europa League ci siamo già qualificat­i. Proprietà straniere, come lo Spezia, son venute qui a studiare il nostro modello: del resto abbiamo lo stadio di proprietà, un centro sportivo, un settore giovanile che funziona, una squadra femminile e siamo in A da nove anni».

Ho buone relazioni con Maldini e con Massara, prima che la società fosse al centro di trattative per la vendita mi avevano chiesto più giocatori. Scamacca vorrei che rimanesse

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Giovanni Carnevali, 61 anni, milanese, è amministra­tore delegato e direttore generale del Sassuolo (Getty Images)
Dirigente Giovanni Carnevali, 61 anni, milanese, è amministra­tore delegato e direttore generale del Sassuolo (Getty Images)
 ?? ?? Gioielli Gianluca Scamacca, Domenico Berardi e Giacomo Raspadori: tre dei molti talenti del Sassuolo di Dionisi (Ansa)
Gioielli Gianluca Scamacca, Domenico Berardi e Giacomo Raspadori: tre dei molti talenti del Sassuolo di Dionisi (Ansa)

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