Corriere della Sera

Scintille al vertice Meloni: centrodest­ra unito solo a parole

Berlusconi regala agli alleati due quadri raffiguran­ti la Madonna. Irritazion­e per la nota di FdI

- Di Marco Cremonesi

Dopo quattro mesi di attesa, vertice ad Arcore del centrodest­ra. Per «non più di un’0ra», si sono visti i leader. E prima del faccia a faccia in presenza, il mediatore Silvio Berlusconi ha incontrato separatame­nte Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Alla fine il comunicato congiunto non c’è stato, e a riprova delle frizioni è arrivata la nota (che scatena il caso) di Fratelli d’Italia: «Bene essersi incontrati, ma l’unità della coalizione non basta declamarla».

MILANO Bene, non benissimo. Anzi, neanche bene. Dopo quattro mesi di attesa, «problemi di agenda» e «questione di ore», finalmente Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini si incontrano «in presenza», ad Arcore, sia pure per poco: non più di un’oretta. E sia pure senza i centristi. Anche se il segretario Udc Lorenzo Cesa non la prende troppo male: «Il centrodest­ra deve marciare compatto. Spetta a Berlusconi fare da mediatore».

Risultato della giornata: niente comunicato finale firmato dai tre leader, conferma dell’asse tra Lega e Forza Italia e una pepatissim­a nota di Fratelli d’Italia: «È sicurament­e positivo essersi inconSan trati ma l’unità della coalizione non basta declamarla. Occorre costruirla nei fatti». Berlusconi, che aveva fatto gli inviti, non la prende bene: fa sapere della sua «sorpresa e irritazion­e» per il comunicato meloniano. Dato che il nodo della questione è la Sicilia, la Lega risponde con una nota del capo salviniano in Sicilia, Nino Minardo: «La Lega non ritarda nulla».

Insomma, l’accordo è solo sui ballottagg­i delle Amministra­tive del 12 giugno, e ci mancherebb­e, ma nulla di fatto sulla questione cruciale: le Regionali in Sicilia, nonostante le smentite di prassi, saranno il traino anche per le decisioni sulle Regionali 2023.

Primi ad arrivare a Villa Martino, Matteo Salvini e Roberto Calderoli. Il segretario leghista è ancora sull’onda positiva dell’incontro con Cgil, Cisl e Uil, e l’aperitivo nello smagliante giardino fa ben sperare. In effetti, con tutte le cautele del caso, il pranzo (riso con melanzane e olive, branzino in crosta e gelato al pistacchio) non va neppure poi male. Qualcosa ci si rinfaccia (i casi di Verona e Como), ma ancora con sorrisi un po’ tirati.

Ma sulle regionali in Sicilia, stop. «Un passo alla volta» dice Salvini: prima le amministra­tive. E poi, «sulla Sicilia deciderann­o i siciliani». A pesare anche un nuovo sondaggio: al momento, soltanto il 25% dei siciliani sarebbe disposto a concedere il bis al governator­e Musumeci. Un salviniano di peso sbuffa: «Speriamo che non ci si incaponisc­a su un candidato perdente come in Puglia».

Primo ad arrivare, Salvini è anche il primo ad andare. Motivo: «Una serie di impegni» a Roma, Calderoli deve presiedere l’aula del Senato. Resta Meloni, che si fa sentire forte e chiaro: «Su 26 città capoluogo sono solo 5, ma purtroppo importanti, le città in cui il centrodest­ra andrà diviso al primo turno». E poi, la Sicilia: «La personale dichiarata disponibil­ità di Silvio

Berlusconi si è fermata di fronte alla richiesta di Matteo Salvini di ritardare l’annuncio del candidato». E poi, «se è positiva la comune contrariet­à ad una futura legge proporzion­ale, restano ancora fumose le regole d’ingaggio sulle modalità con cui formare liste e programmi comuni». Come dire: scordatevi di inchiodare Fratelli d’Italia a formule e dimensioni del passato. Meloni rinnova la richiesta di un patto anti inciucio: no esplicito a alleanze con Pd o 5 Stelle. Va detto che mentre i leader del centrodest­ra bisticcian­o, il Pd — anche con Letta — torna alla carica proprio sul proporzion­ale.

Qualcosa certamente ha irritato Berlusconi, che appena dopo l’incontro boccia l’idea del partito conservato­re a cui lavora Meloni: «Per me il centrodest­ra così come è funziona. Abbiamo un programma unico firmato da tutti nel 2018, adesso lo aggiornere­mo e la coalizione va avanti spedita». Quel che resta, sono certamente i due quadri a tema sacro, due madonne, che Silvio Berlusconi ha regalato ai suoi ospiti.

Dopo le sue parole su Putin e gli Stati Uniti, Berlusconi corregge il tiro con una nota del partito: non ha mai giustifica­to in alcun modo l’aggression­e all’Ucraina da parte della Federazion­e Russa

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Il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi, 85 anni, ha accolto ieri all’ora di pranzo nella sua residenza di Villa San Martino i leader della Lega Matteo Salvini e di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni per un vertice del centrodest­ra dopo quasi quattro mesi dalla rottura che si era consumata sull’elezione del capo dello Stato
(Ansa) Ad Arcore Il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi, 85 anni, ha accolto ieri all’ora di pranzo nella sua residenza di Villa San Martino i leader della Lega Matteo Salvini e di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni per un vertice del centrodest­ra dopo quasi quattro mesi dalla rottura che si era consumata sull’elezione del capo dello Stato

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