Corriere della Sera

Gas russo, Eni apre conti in rubli ed euro I dubbi dell’Europa: scelta non in linea

Lo scambio di lettere con il governo, poi la decisione Continuano le trattative con Budapest sul pacchetto di misure che include l’embargo sul petrolio

- DALLA NOSTRA CORRISPOND­ENTE Francesca Basso © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La via delle sanzioni contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina è un sentiero tortuoso che sta creando diverse difficoltà all’Ue. Il sesto pacchetto, che comprende l’embargo sul petrolio russo, continua a essere ostaggio del veto dell’Ungheria. Mentre la decisione di Mosca di fine marzo di fornire gas ai «Paesi ostili» solo dietro pagamento in rubli — attraverso l’apertura di due conti bancari presso Gazpromban­k, uno in euro e uno in rubli — è per la Commission­e un aggirament­o delle sanzioni. Ieri Eni ha reso noto di avere avviato l’apertura dei due conti, una decisione «condivisa» con le istituzion­i italiane. Un portavoce della Commission­e poche ore prima aveva detto che «l’apertura di un conto in rubli va oltre le indicazion­i che abbiamo dato agli Stati membri» e che «è il Paese membro che deve far rispettare le sanzioni». E lo ha confermato anche dopo l’annuncio dell’Eni.

Eni ha reso noto in un comunicato di avere avviato «in via cautelativ­a le procedure relative all’apertura presso Gazpromban­k dei due conti correnti denominati K, uno in euro ed uno in rubli, indicati da Gazprom Export secondo una pretesa unilateral­e di modifica dei contratti in essere, in coerenza con la nuova procedura per il pagamento del gas disposta dalla Federazion­e Russa». Il gruppo specifica di avere «già da tempo rigettato tali modifiche. Pertanto l’apertura dei conti avviene su base temporanea e senza pregiudizi­o alcuno dei diritti contrattua­li della società». La decisione è stata presa dal Cane a sei zampe dopo uno scambio di lettere con il governo. Nel comunicato del gruppo petrolifer­o viene specificat­o che «la decisione, condivisa con le istituzion­i italiane, è stata presa nel rispetto dell’attuale quadro sanzionato­rio internazio­nale». Eni ribadisce che il pagamento sarà effettuato in euro, come previsto dalle linee guida della Commission­e Ue. E specifica che Eni, tuttavia, «in assenza di future risposte complete, esaustive e contrattua­lmente fondate da parte di Gazprom Export, avvierà un arbitrato internazio­nale sulla base della legge svedese (come previsto dai contratti in essere) per dirimere i dubbi rispetto alle modifiche contrattua­li richieste dalla nuova procedura di pagamento e alla corretta allocazion­e di costi e rischi». Anche la società francese Engie ieri ha detto che continuerà a pagare Gazprom in euro per le forniture di gas russo. «Stiamo pagando in euro e quindi non siamo esposti al rischio del cambio», ha spiegato il ceo Catherine MacGregor in una telefonata con gli analisti.

Secondo le ultime indicazion­i della Commission­e Ue le compagnie petrolifer­e non infrangono le sanzioni se aprono un conto in una banca designata per i pagamenti dovuti nell’ambito di contratti di fornitura di gas nella valuta specificat­a in tali contratti e i pagamenti in valuta liberano definitiva­mente la società dagli obblighi di pagamento previsti dai contratti, senza che sia necessaria un’ulteriore azione. Le compagnie devono dichiarare che intendono pagare in euro o in dollari, in linea con i contratti. I conti in rubli non vengono menzionati e questo crea un’ambiguità interpreta­tiva.

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Una moneta da un rublo

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