Gas russo, Eni apre conti in rubli ed euro I dubbi dell’Europa: scelta non in linea
Lo scambio di lettere con il governo, poi la decisione Continuano le trattative con Budapest sul pacchetto di misure che include l’embargo sul petrolio
La via delle sanzioni contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina è un sentiero tortuoso che sta creando diverse difficoltà all’Ue. Il sesto pacchetto, che comprende l’embargo sul petrolio russo, continua a essere ostaggio del veto dell’Ungheria. Mentre la decisione di Mosca di fine marzo di fornire gas ai «Paesi ostili» solo dietro pagamento in rubli — attraverso l’apertura di due conti bancari presso Gazprombank, uno in euro e uno in rubli — è per la Commissione un aggiramento delle sanzioni. Ieri Eni ha reso noto di avere avviato l’apertura dei due conti, una decisione «condivisa» con le istituzioni italiane. Un portavoce della Commissione poche ore prima aveva detto che «l’apertura di un conto in rubli va oltre le indicazioni che abbiamo dato agli Stati membri» e che «è il Paese membro che deve far rispettare le sanzioni». E lo ha confermato anche dopo l’annuncio dell’Eni.
Eni ha reso noto in un comunicato di avere avviato «in via cautelativa le procedure relative all’apertura presso Gazprombank dei due conti correnti denominati K, uno in euro ed uno in rubli, indicati da Gazprom Export secondo una pretesa unilaterale di modifica dei contratti in essere, in coerenza con la nuova procedura per il pagamento del gas disposta dalla Federazione Russa». Il gruppo specifica di avere «già da tempo rigettato tali modifiche. Pertanto l’apertura dei conti avviene su base temporanea e senza pregiudizio alcuno dei diritti contrattuali della società». La decisione è stata presa dal Cane a sei zampe dopo uno scambio di lettere con il governo. Nel comunicato del gruppo petrolifero viene specificato che «la decisione, condivisa con le istituzioni italiane, è stata presa nel rispetto dell’attuale quadro sanzionatorio internazionale». Eni ribadisce che il pagamento sarà effettuato in euro, come previsto dalle linee guida della Commissione Ue. E specifica che Eni, tuttavia, «in assenza di future risposte complete, esaustive e contrattualmente fondate da parte di Gazprom Export, avvierà un arbitrato internazionale sulla base della legge svedese (come previsto dai contratti in essere) per dirimere i dubbi rispetto alle modifiche contrattuali richieste dalla nuova procedura di pagamento e alla corretta allocazione di costi e rischi». Anche la società francese Engie ieri ha detto che continuerà a pagare Gazprom in euro per le forniture di gas russo. «Stiamo pagando in euro e quindi non siamo esposti al rischio del cambio», ha spiegato il ceo Catherine MacGregor in una telefonata con gli analisti.
Secondo le ultime indicazioni della Commissione Ue le compagnie petrolifere non infrangono le sanzioni se aprono un conto in una banca designata per i pagamenti dovuti nell’ambito di contratti di fornitura di gas nella valuta specificata in tali contratti e i pagamenti in valuta liberano definitivamente la società dagli obblighi di pagamento previsti dai contratti, senza che sia necessaria un’ulteriore azione. Le compagnie devono dichiarare che intendono pagare in euro o in dollari, in linea con i contratti. I conti in rubli non vengono menzionati e questo crea un’ambiguità interpretativa.