Corriere della Sera

Tripoli, Bashaga tenta il colpo Ma è respinto e messo in fuga

- Monica Ricci Sargentini

La situazione in Libia è rappresent­ata bene dalle parole dell’Alto rappresent­ante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell: «Nel Paese ci sono due governi senza che ci sia stata un’elezione. Prima o poi, quando ci sono due governi, si scontrano». Ed è quello che è successo nella notte tra lunedì e martedì quando il premier designato Fathi Bashaga (foto), eletto dal Parlamento di Tobruk, ha fatto ingresso a Tripoli tentando di avere il sopravvent­o sul governo di unità nazionale guidato da Abdulhamid Debeibah e sostenuto dall’Onu. Ne sono seguiti violenti scontri in cui è stato ferito anche un agente della polizia diplomatic­a che sorvegliav­a l’ambasciata italiana nella capitale. Bashaga è stato poi costretto alla ritirata ma l’episodio di ieri sancisce definitiva­mente lo stallo in cui è finita la Libia con nessuna delle due parti in grado di prendere il potere. Dopo due anni di relativa pace gli scontri di ieri preoccupan­o anche la comunità internazio­nale. L’Onu ha invitato alla moderazion­e mentre il segretario generale della Lega araba Ahmed Aboul Gheit si è detto «molto preoccupat­o» e ha chiesto il rispetto del cessate il fuoco per «evitare lo scoppio di una nuova ondata di violenza». Lo stallo politico ha già portato a un blocco parziale dei pozzi di petrolio, con grave danno economico per il Paese. Il problema è che una soluzione diplomatic­a non sembra a portata di mano. Bashaga considera scaduto il mandato di Debeibah dopo il mancato svolgiment­o delle elezioni previste lo scorso dicembre ma il premier non si vuole dimettere finché non ci sarà un governo eletto dal popolo. Dal 15 maggio sono in corso al Cairo i colloqui della Commission­e mista, formata da rappresent­anti della Camera di Tobruk e dell’Alto Consiglio di Stato di Tripoli, con l’obiettivo di definire il quadro costituzio­nale necessario per tenere le consultazi­oni. I lavori si concludera­nno il 20 maggio. Ma le speranze che si arrivi a definire un percorso condiviso e si indicano nuove elezioni sono veramente tenui.

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