«La bici è un grande aiuto per scoprire i territori Più sport nelle scuole: parità con le altre materie»
Vezzali: con il Pnrr un «New Deal» per gli impianti
Dalla pedana al pedale. Ma per un giorno solo, nella tappa di casa del Giro-E 2022, la numero 7, che da Civitanova Marche è arrivata, ieri, a Jesi, la sua città. Quasi cento chilometri e 1.700 metri di dislivello, che non sono proprio pochissimi, anche per via del percorso pieno di strappi e muri. Ma lei, che tra i suoi soprannomi poteva scegliere fra Cobra, Mangusta e Killer, non si è tirata indentro neanche questa volta. «Quando c’è da combattere ci sono sempre, perché, come mi ha insegnato lo sport, bisogna mettersi sempre in gioco, poi si può vincere e si può perdere, l’importante è dare il massimo», spiega Valentina Vezzali, 16 ori Mondiali e nove medaglie ai Giochi Olimpici di cui sei d’oro, la schermitrice più vincente di sempre nel fioretto, icona dello sport non solo italiano e, dal marzo 2021 Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
dei Ministri con delega allo Sport.
Le piace la bici?
«Sono più un tipo da pedana, l’ho fatta per 36 anni. La bici però fa parte della mia vita, perché con i miei figli andiamo spesso in giro assieme.
È un modo per scoprire il territorio».
E il Giro d’Italia?
«È uno degli appuntamenti più identitari dello sport italiano. Ricordo l’arrivo del Giro a Jesi ben 37 anni fa: giravo con il taccuino in mano perché desideravo l’autografo di Francesco Moser, ma non riuscii ad averlo».
L’Italia è nella top ten del medagliere olimpico, ma al quintultimo in Europa per numero di praticanti sportivi: da Sottosegretario allo Sport, che spiegazione dà?
«Manca una cultura sportiva, perché gli italiani sono molto bravi a fare il tifo davanti alla tv e i ragazzi, con la tanta tecnologia disponibile, passano sempre più tempo davanti allo schermo di un tablet o un telefono. Il lavoro che sto facendo è portare lo sport all’interno della scuola. Mi sono battuta affinché l’insegnante di scienze motorie potesse essere presente fin dalla scuola primaria: esserci riuscita è per me come avere vinto un oro olimpico. È fondamentale che i bambini crescano accanto a una figura qualificata per sviluppare la loro psicomotricità».
Due ore di educazione fisica la settimana alla scuola
secondaria di primo grado, le vecchie scuole medie, sono sufficienti?
«No. Sto lavorando affinché lo sport nella scuola possa avere la stessa valenza delle altre materie. Fare sport e portare avanti l’attività scolastica è importantissimo, dobbiamo far in modo di non dover scegliere tra le due cose».
Il Pnrr ha destinato allo sport un miliardo di euro: una bella chance.
«300 milioni andranno alle palestre scolastiche, 700 milioni all’impiantistica sportiva, la metà dei quali per
Da ragazzina
«Ricordo l’arrivo del Giro a Jesi 37 anni fa: tentai invano di avere l’autografo di Moser»
nuove strutture, che saranno quasi 200 e per il 40 per cento al Sud. Abbiamo l’opportunità di dotare il nostro paese di impianti all’avanguardia, tra l’altro a basso consumo energetico. Questa settimana apriremo il bando “Sport e periferie” con 50 milioni, che a settembre verranno integrati con altri 100, per i comuni sotto i 50 mila abitanti, ai quali a giugno dedicheremo altri 350 milioni attraverso il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, per un totale di 1,2 miliardi investiti negli impianti sportivi, calcolando i fondi del Pnrr. Il progetto si chiama “Sport di tutti”, sarà il New Deal dello sport italiano».