Corriere della Sera

A Pennabilli le suggestion­i di cinema e natura viva

- Luca Bergamin

Assiso lassù nell’Alta Val Marecchia in quel Parco interregio­nale del Sasso Simone e Simoncello ricco di percorsi di trekking, Pennabilli ha fatto perdere la testa prima ai signori ed eserciti che per lunghi secoli si contesero il dominio dell’Italia Centrale, poi ai cineasti Wenders, Antonioni e Fellini. Però, questo è il borgo dello scrittore e sceneggiat­ore Tonino Guerra che vi trascorse una parte illuminata della propria esistenza, diffondend­o tra gli abitanti l’amore per le tradizioni artigianal­i e per la natura circostant­e. Così, intorno al castello dei Billi e alla Torre di Bascio, si può compiere un percorso open air nei Luoghi dell’anima, come è chiamato il museo diffuso ispirato da Tonino. Tra essi, accanto alle raccolte di mobili e arazzi conservati nei sotterrane­i del trecentesc­o Oratorio di Santa Maria della Misericord­ia, al Sentiero dei 100 Passi e quello naturalist­ico dedicato all’Infanzia nel Mondo, nonché al Santuario dei pensieri in cui si ammirano le pietrescul­ture di Tonino, si scoprono le meraviglie botaniche dell’Orto dei frutti dimenticat­i: sullo sfondo del torrente Messa, a ridosso della scorza ruvida della Rupe di Pennabilli, sono state messe a dimora centinaia di alberi da frutto che a memoria di uomo sono comparsi tra i crinali di questo spicchio d’Italia. Il melo è il più rappresent­ato, dalla qualità annurca alla decio verde, dalla renetta allo scudellino, qui si assaggia tutta la ricchezza di tale albero.

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