Corriere della Sera

Bar e negozi: stop buoni pasto se non calano le commission­i

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Un po’ di dati. Ogni anno in Italia vengono utilizzati oltre 516 milioni di buoni pasto da quasi 3 milioni di lavoratori. Un giro d’affari da 3,2 miliardi di euro che vede però commission­i fino al 20% a carico degli esercenti. Ecco perché «i buoni pasto potrebbero non essere più “buoni”» dicono le principali associazio­ni del settore Ancd Conad, Ancc Coop, Fiepet Confeserce­nti, Federdistr­ibuzione, Fida, Fipe Confcommer­cio - che ieri riunite a Roma per chiedere la revisione del

sistema delle gare Consip (a breve la prossima) che negli ultimi anni ha visto commission­i sempre più alte: «Tolti oneri di gestione e finanziari, registriam­o un deprezzame­nto del 30%: ogni 10 mila euro di buoni incassati, gli esercizi ne perdono 3 mila». E tra crisi energetica e inflazione, i margini si assottigli­ano ancora di più. «Non vorremmo essere costretti a non accettare più i buoni pasto», azzarda Alberto Frausin, presidente di Federdistr­ibuzione. E Lino Stoppani di Fipe: «Non è accettabil­e che lo Stato dopo quello che abbiamo passato per la pandemia ponga una nuova tassa sulla ristorazio­ne».

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Alberto Frausin (Federdistr­ibuzione) e Lino Enrico Stoppani (Fipe)

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