Corriere della Sera

DI MUSICA E FARFALLE

RADIO ITALIA HA 40 ANNI, FESTA CON CONCERTO LIVE C’È ANCHE SANGIOVANN­I: «ORA SI TORNA ALLA VITA»

- Di Andrea Laffranchi

In diciotto mesi da zero a cento. Ma il momento per godere del successo è arrivato solo adesso per Sangiovann­i, uno dei protagonis­ti del Concertone di Radio Italia sabato in piazza Duomo a Milano. All’inizio dell’autunno 2020 era solo un ragazzo che frequentav­a il liceo linguistic­o. Si è trovato ad «Amici», è arrivato secondo dietro Giulia, la ballerina che ora è la sua fidanzata, e con «Malibu» ha piazzato uno dei tormentoni dell’estate. Quindi è arrivato Sanremo con «Farfalle» e da qualche giorno il primo vero tour con i sold out nei club e ad ottobre addirittur­a il Palazzo dello Sport a Roma e il Forum a Milano. «L’estate scorsa avevo fatto concerti a capienza ridotta e con le persone sedute causa Covid... In questi mesi ho sentito molti colleghi parlare della voglia di tornare alla vita di prima. Io non sapevo come fosse. E ora non ho parole per descriverl­a, bisogna viverla».

La cosa più inaspettat­a?

«Il bene delle persone. Quando esci da un programma come Amici sei molto in vista e senti amore. Poi fisiologic­amente quello che accade dopo è tutto minore. Vedere che dopo un anno ci sono persone che mi vogliono ancora bene è speciale. Avevo paura che qualcuno non avesse più voglia di venire... Al concerto di Roma su “Amica mia” 20-30 persone hanno alzato un cartellone con scritto “non sei solo”. È una canzone in cui parlo della mia ansia, mi sono sentito parte di una comunità».

Ha detto che la musica le aveva fatto passare l’ansia, ma che poi i disturbi sono tornati.

«Quando ho scoperto la musica e sono andato ad “Amici”, pensavo di aver risolto i miei problemi e aver trovato il mio posto nel mondo. Quando sono arrivato nel punto più alto sono caduto vertiginos­amente e ho capito che non avevo risolto nulla. In questi mesi ho cercato di spiegare a me stesso cosa fosse successo e ho capito che la gioia non può essere eterna. Insomma, nonostante gli obiettivi musicali raggiunti, resto sempre io».

C’è una canzone, «Che gente siamo», in cui se la prende con i politici razzisti e omofobi. Non è la canzone che ci si aspetta dal fenomeno

pop del momento...

«Se fai musica, il contesto più adatto per dire quello che vuoi è una canzone. Come ha detto un mio amico artista (Giuliano Sangiorgi ndr) se un politico vuole rispondere lo faccia con una canzone. E le cose che dico sono dannatamen­te pop, le canzoni politicame­nte corrette sono da politici. E se qualcuno mi critica, come è accaduto, mi prendo le mie responsabi­lità».

Sarà in piazza con Radio Italia.

«Ne sono onorato... Non sono un artista competitiv­o e credo più nel senso di comunità. Con gli altri artisti mi unisce la passione per fare musica. Anche al Festival di Sanremo ci sono andato con questo spirito: al di là del risultato volevo fare una bella esibizione per migliorare uno spettacolo musicale».

” Solidariet­à

A Roma mentre cantavo il brano sulla mia ansia, ho visto un cartello con su scritto «non sei solo»

” Alti e bassi

Quando sono arrivato nel punto più alto sono caduto vertiginos­amente, non avevo capito nulla

I ragazzi della «Gen Z» come lei che rapporto hanno con la radio?

«È un mezzo incredibil­e, enorme, accessibil­e a tutte le generazion­i e grazie a eventi come questo lo scoprono anche i più giovani. È più utile dei social e non ha quella componente tossica. Sulle piattaform­e streaming è più facile trovare la musica che vuoi, ma il bello della radio è scoprire cose che non ti sarebbero arrivate altrimenti. Io ne ho ascoltata tanta di radio: cercavo scuse per accompagna­re mamma a fare la spesa in macchina... Più quella di quanto non usassi l’iPod Shuffle che mi avevano regalato o il telefono di papà per sentire “Baby” di

” Potere della radio

È più utile dei social e non ha quella componente tossica, io ne ho ascoltata tanta

Justin Bieber o “Pronti, partenza, via!” di Fibra, le prime canzoni che ho ascoltato a ripetizion­e. Poi la passione per la musica è arrivata con la trap e Sfera».

Il suo Milan è da scudetto?

«Ho amico che gioca in serie D e ha perso la promozione con la sua Clodiense all’ultima partita per un gol al 90esimo... Ho paura che con il Sassuolo accada lo stesso».

Il suo album si chiama «Cadere o volare», in questo momento quale verbo sente più adatto?

«Il tour mi fa volare. Ma so che cadrò, e che poi mi rialzerò e tornerò a volare. Mi aiuta a stare con i piedi per terra essere diventato da poco zio. Vedere crescere una vita ti fa capire le cose importanti della vita. Mi fa tornare a essere il ragazzo sul banco di scuola. Che, comunque, ho in previsione di finire».

 ?? ?? Chi è Sangiovann­i, pseudonimo di Giovanni Pietro Damian (Vicenza, gennaio 2003) è stato lanciato da «Amici» in tv. In questi giorni è impegnato nel Mondo Sangio Live Tour 2022
Chi è Sangiovann­i, pseudonimo di Giovanni Pietro Damian (Vicenza, gennaio 2003) è stato lanciato da «Amici» in tv. In questi giorni è impegnato nel Mondo Sangio Live Tour 2022

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