La A unita contro l’indice di liquidità
Nuovo tentativo di mediazione con la Figc: rinviamo di un anno
L’ostinazione di Gabriele Gravina a non concedere ripensamenti o modifiche all’indice di liquidità allo 0,5 rischia di far esplodere in maniera definitiva i rapporti fra la Lega di A e la Federazione.
Ieri i club, riunitisi in assemblea, hanno ritrovato un’inusuale compattezza nel condannare la misura stringente introdotta dal presidente della Figc come criterio di ammissione al prossimo campionato. Com’è noto, nel consiglio federale di aprile a larghissima maggioranza è stata approvata la delibera che stabilisce gli indici di liquidità richiesti per l’iscrizione alla A (0,5 appunto) e alla B (0,7 addirittura): astensione per Balata e voto contrario dei tre consiglieri della serie maggiore (Casini, Marotta e Lotito).
La Lega, che mantiene tutto il movimento, non si capacita di come una norma così rigorosa, che costringe molte società a ricapitalizzare o a vendere giocatori per partecipare al prossimo campionato, sia entrata in vigore solo grazie ai voti delle altre componenti. Pertanto oggi in occasione del nuovo consiglio federale i tre rappresentanti della A effettueranno un ultimo tentativo di mediazione con Gravina chiedendo l’entrata in vigore dell’indice per l’anno successivo e non nel campionato imminente.
Difficilmente il presidente della Figc acconsentirà, fermo nell’intenzione di impedire a club con debiti di partecipare ai campionati: ha intrapreso la strada delle riforme per un calcio più sostenibile e non intende effettuare retromarce. Ma in caso di muro contro muro, non si esclude un complesso iter giudiziario (in più sedi) per impugnare la delibera approvata dal consiglio federale il mese scorso. Stavolta la Lega, storicamente divisa in correnti, è unita: un pericolo in più per Gravina.