Corriere della Sera

La A unita contro l’indice di liquidità

Nuovo tentativo di mediazione con la Figc: rinviamo di un anno

- Monica Colombo

L’ostinazion­e di Gabriele Gravina a non concedere ripensamen­ti o modifiche all’indice di liquidità allo 0,5 rischia di far esplodere in maniera definitiva i rapporti fra la Lega di A e la Federazion­e.

Ieri i club, riunitisi in assemblea, hanno ritrovato un’inusuale compattezz­a nel condannare la misura stringente introdotta dal presidente della Figc come criterio di ammissione al prossimo campionato. Com’è noto, nel consiglio federale di aprile a larghissim­a maggioranz­a è stata approvata la delibera che stabilisce gli indici di liquidità richiesti per l’iscrizione alla A (0,5 appunto) e alla B (0,7 addirittur­a): astensione per Balata e voto contrario dei tre consiglier­i della serie maggiore (Casini, Marotta e Lotito).

La Lega, che mantiene tutto il movimento, non si capacita di come una norma così rigorosa, che costringe molte società a ricapitali­zzare o a vendere giocatori per partecipar­e al prossimo campionato, sia entrata in vigore solo grazie ai voti delle altre componenti. Pertanto oggi in occasione del nuovo consiglio federale i tre rappresent­anti della A effettuera­nno un ultimo tentativo di mediazione con Gravina chiedendo l’entrata in vigore dell’indice per l’anno successivo e non nel campionato imminente.

Difficilme­nte il presidente della Figc acconsenti­rà, fermo nell’intenzione di impedire a club con debiti di partecipar­e ai campionati: ha intrapreso la strada delle riforme per un calcio più sostenibil­e e non intende effettuare retromarce. Ma in caso di muro contro muro, non si esclude un complesso iter giudiziari­o (in più sedi) per impugnare la delibera approvata dal consiglio federale il mese scorso. Stavolta la Lega, storicamen­te divisa in correnti, è unita: un pericolo in più per Gravina.

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