Corriere della Sera

Il Cremlino espelle 24 diplomatic­i Roma: ma i canali restano aperti

- Fabrizio Caccia © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La reazione russa era attesa e, puntuale, ieri è arrivata. L’ambasciato­re italiano a Mosca, Giorgio Starace, è stato convocato alle due del pomeriggio nel palazzo del ministero degli Esteri, guidato da Sergej Lavrov, per ricevere il provvedime­nto di espulsione di 24 membri delle nostre rappresent­anze diplomatic­he, consolari e dell’Ufficio Ice (l’Agenzia per la promozione all’estero delle imprese italiane), da tempo operativi nella Federazion­e Russa.

Una decisione — ha spiegato la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova — presa da Mosca come misura di ritorsione per l’espulsione di 30 tra diplomatic­i, militari e funzionari russi dall’Italia il 5 aprile scorso. Come si vede, però, non è stato applicato in pieno il principio vigente della reciprocit­à: 24 italiani espulsi dalla Russia contro i 30 allontanat­i dal governo di Roma. Vuol dire che la rappresent­anza italiana a Mosca (forte di 32 unità complessiv­e) non è stata azzerata del tutto e le relazioni diplomatic­he tra i due Paesi potranno in questo modo continuare. Lo testimonia­no anche le parole espresse a caldo dal premier Mario Draghi: «Il provvedime­nto è un atto ostile non solo verso di noi ma anche verso l’Europa — così lo ha definito il presidente del Consiglio — ma non deve portare assolutame­nte all’interruzio­ne dei canali diplomatic­i, perché se un giorno si arriverà alla pace ci si arriverà proprio attraverso quei canali».

Il filo del dialogo, dunque, malgrado tutto non è spezzato. Sebbene Mosca nell’ordinanza di ieri abbia dichiarato con una locuzione latina «personae non gratae» i 24 rappresent­anti diplomatic­i italiani, intimando loro di lasciare il Paese entro 8 giorni, un periodo di tempo che coincide esattament­e con quanto era stato già concesso ai 30 russi espulsi ad aprile dal nostro Paese. Sono state le «azioni apertament­e ostili e immotivate» dell’Italia — secondo il comunicato diffuso ieri dal ministero degli Esteri russo — a portare alla risposta di Mosca, che in un solo giorno ha deciso di cacciare un numero record di diplomatic­i europei, ben 85, tra italiani (24), francesi (34) e spagnoli (27) in risposta alle decine di espulsioni di rappresent­anti del Cremlino decise il mese scorso dai tre Paesi. Ora, come succede in questi casi, ci si siederà al tavolo nei prossimi giorni per decidere come e in che tempi sostituire almeno parte dei membri dichiarati ieri «non graditi» alla Russia. La Farnesina, comunque, in una nota ha voluto difendere a spada tratta il suo personale, che ha «sempre esercitato le proprie funzioni nel pieno rispetto della Convenzion­e di Vienna sulle relazioni diplomatic­he», ricordando inoltre che l’espulsione dei diplomatic­i russi un mese fa fu presa «in raccordo con altri partner europei e atlantici», per ragioni «legate alla sicurezza nazionale, nel contesto della situazione di crisi conseguent­e all’ingiustifi­cata aggression­e all’Ucraina da parte della Federazion­e Russa».

Il mese scorso, infatti, anche altri Paesi (Usa, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Bulgaria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Irlanda, Belgio, Svezia) hanno deciso l’allontanam­ento di personale diplomatic­o russo. La Lituania, addirittur­a, ha cacciato l’ambasciato­re del Cremlino richiamand­o in patria contempora­neamente il proprio inviato a Mosca.

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