Corriere della Sera

Arrestato l’ex marito violento La donna raccontò la sua storia

Aveva scritto al «Corriere»: mi sento in pericolo. Lui voleva far picchiare la suocera

- di Giuseppe Guastella gguastella@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

MILANO La settantenn­e doveva essere malmenata e filmata con il cellulare, ma il picchiator­e si è fermato perché solo all’ultimo momento non ha avuto il coraggio di aggredire una donna che poteva avere l’età di sua madre. Arrestato, ha rivelato che il mandante della spedizione punitiva era il genero della settantenn­e, lo stesso uomo protagonis­ta delle violenze e dei maltrattam­enti denunciati dalla moglie separata in una lunga, accorata lettera che è stata pubblicata dal Corriere della Sera. Ieri anche lui è stato arrestato.

Questo ultimo atto di violenza su commission­e è l’epilogo clamoroso di una lunga storia di maltrattam­enti che, come accade in questi dolorosi drammi familiari, rimangono molto spesso solo sul piano psicologic­o o su violenze, per così dire, meno gravi, come uno spintone o uno schiaffo, cui i seguono immediatam­ente le scuse più addolorate dell’uomo che illudono la donna che è stato solo un drammatico, isolato accesso d’ira momentaneo. Invece, non solo si ripeterà, ma si aggraverà, come raccontano tanti processi per maltrattam­enti arrivati in tribunale dopo che le vittime hanno tollerato i soprusi per anni.

Anche nel caso di questa agiata coppia con figli del comasco, lui cinquanten­ne manager di successo, lei medico di poco più giovane, è cominciata così. Dalle violenze psicologic­he, dal criticare la compagna per qualsiasi cosa facesse, si è passati a quelle verbali e fisiche, allo spintone che la fa cadere a terra e perfino ad aggredire la coppia di amici che parteggiav­a per lei.

Al culmine di una situazione invivibile, a luglio la donna scorso ottiene la separazion­e dal tribunale che assegna la bella casa di famiglia a lei e ai figli. Da allora gli episodi cominciano a ripetersi aumentando di frequenza ed intensità al punto che la dottoressa è costretta a denunciare alla Procura della Repubblica di Como, guidata da Nicola Piacente, il marito separato il quale risponde con una controdenu­ncia per calunnia. Scatta il codice rosso, la procedura d’urgenza delle forze di polizia e dei magistrati nelle violenze domestiche e di genere, che però si infrange contro la decisione del giudice di non imporre al manager il «divieto di avviciname­nto» alla donna che era stato chiesto dal pubblico ministero Giuseppe Rose. A settembre il pm chiude le indagini sull’uomo e, dopo averlo interrogat­o, chiede al gip Carlo Cecchetti di archiviare il caso per mancanza di elementi sufficient­i a formulare un’accusa.

La decisione deve aver rafforzato nel manager la convinzion­e di poter avere mano libera, di essere invincibil­e, di poter fare ben altro — e lo fa — per punire la moglie, mentre la donna si sente abbandonat­a dallo Stato, cade nella disperazio­ne e scrive una lettera a «Lo dico al Corriere», la rubrica curata da Aldo Cazzullo, che viene pubblicata il 14 maggio: «Spero solo di non diventare l’ennesimo titolo sul giornale. L’ennesimo femminicid­io».

Non può immaginare che il giorno prima la Procura ha chiesto l’arresto del marito. Cosa è accaduto? Che il 9 maggio un giovane extracomun­itario ha bloccato per strada sua madre, per poi dire: «Non posso farlo, potresti essere mia madre». La donna ha subito capito. «Devi uccidermi o picchiarmi?», gli ha chiesto con una buona dose di coraggio. «Il suo ex genero le vuole proprio male, mi ha pagato per picchiarla. Ha detto che gli devo mandare il video. Se mi dai i soldi ti lascio andare», la risposta. Con ulteriore freddezza, la settantenn­e gli ha dato 50 euro dicendogli che gli avrebbe dato altro denaro se si fossero incontrati

più tardi. Qualche ora dopo, mentre i due parlavano per strada, una pattuglia dei Carabinier­i ha deciso di controllar­e l’extracomun­itario, ma l’uomo non ha retto al nervosismo e li ha aggrediti. Arrestato, il giorno successivo ha patteggiat­o 9 mesi di carcere per resistenza a pubblico ufficiale confessand­o l’intera storia della spedizione punitiva.

La Procura ha immediatam­ente revocato la vecchia richiesta di archiviazi­one e, fatte le indagini, in tre giorni ha chiesto l’arresto del manager che è stato eseguito ieri. Troppo alto il rischio di un’ ulteriore, drammatica escalation contro la moglie. Ed infatti, perquisend­o la casa dell’uomo, i carabinier­i hanno trovato un localizzat­ore gps con cui era in grado di controllar­e i movimenti della donna.

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