Arrestato l’ex marito violento La donna raccontò la sua storia
Aveva scritto al «Corriere»: mi sento in pericolo. Lui voleva far picchiare la suocera
MILANO La settantenne doveva essere malmenata e filmata con il cellulare, ma il picchiatore si è fermato perché solo all’ultimo momento non ha avuto il coraggio di aggredire una donna che poteva avere l’età di sua madre. Arrestato, ha rivelato che il mandante della spedizione punitiva era il genero della settantenne, lo stesso uomo protagonista delle violenze e dei maltrattamenti denunciati dalla moglie separata in una lunga, accorata lettera che è stata pubblicata dal Corriere della Sera. Ieri anche lui è stato arrestato.
Questo ultimo atto di violenza su commissione è l’epilogo clamoroso di una lunga storia di maltrattamenti che, come accade in questi dolorosi drammi familiari, rimangono molto spesso solo sul piano psicologico o su violenze, per così dire, meno gravi, come uno spintone o uno schiaffo, cui i seguono immediatamente le scuse più addolorate dell’uomo che illudono la donna che è stato solo un drammatico, isolato accesso d’ira momentaneo. Invece, non solo si ripeterà, ma si aggraverà, come raccontano tanti processi per maltrattamenti arrivati in tribunale dopo che le vittime hanno tollerato i soprusi per anni.
Anche nel caso di questa agiata coppia con figli del comasco, lui cinquantenne manager di successo, lei medico di poco più giovane, è cominciata così. Dalle violenze psicologiche, dal criticare la compagna per qualsiasi cosa facesse, si è passati a quelle verbali e fisiche, allo spintone che la fa cadere a terra e perfino ad aggredire la coppia di amici che parteggiava per lei.
Al culmine di una situazione invivibile, a luglio la donna scorso ottiene la separazione dal tribunale che assegna la bella casa di famiglia a lei e ai figli. Da allora gli episodi cominciano a ripetersi aumentando di frequenza ed intensità al punto che la dottoressa è costretta a denunciare alla Procura della Repubblica di Como, guidata da Nicola Piacente, il marito separato il quale risponde con una controdenuncia per calunnia. Scatta il codice rosso, la procedura d’urgenza delle forze di polizia e dei magistrati nelle violenze domestiche e di genere, che però si infrange contro la decisione del giudice di non imporre al manager il «divieto di avvicinamento» alla donna che era stato chiesto dal pubblico ministero Giuseppe Rose. A settembre il pm chiude le indagini sull’uomo e, dopo averlo interrogato, chiede al gip Carlo Cecchetti di archiviare il caso per mancanza di elementi sufficienti a formulare un’accusa.
La decisione deve aver rafforzato nel manager la convinzione di poter avere mano libera, di essere invincibile, di poter fare ben altro — e lo fa — per punire la moglie, mentre la donna si sente abbandonata dallo Stato, cade nella disperazione e scrive una lettera a «Lo dico al Corriere», la rubrica curata da Aldo Cazzullo, che viene pubblicata il 14 maggio: «Spero solo di non diventare l’ennesimo titolo sul giornale. L’ennesimo femminicidio».
Non può immaginare che il giorno prima la Procura ha chiesto l’arresto del marito. Cosa è accaduto? Che il 9 maggio un giovane extracomunitario ha bloccato per strada sua madre, per poi dire: «Non posso farlo, potresti essere mia madre». La donna ha subito capito. «Devi uccidermi o picchiarmi?», gli ha chiesto con una buona dose di coraggio. «Il suo ex genero le vuole proprio male, mi ha pagato per picchiarla. Ha detto che gli devo mandare il video. Se mi dai i soldi ti lascio andare», la risposta. Con ulteriore freddezza, la settantenne gli ha dato 50 euro dicendogli che gli avrebbe dato altro denaro se si fossero incontrati
più tardi. Qualche ora dopo, mentre i due parlavano per strada, una pattuglia dei Carabinieri ha deciso di controllare l’extracomunitario, ma l’uomo non ha retto al nervosismo e li ha aggrediti. Arrestato, il giorno successivo ha patteggiato 9 mesi di carcere per resistenza a pubblico ufficiale confessando l’intera storia della spedizione punitiva.
La Procura ha immediatamente revocato la vecchia richiesta di archiviazione e, fatte le indagini, in tre giorni ha chiesto l’arresto del manager che è stato eseguito ieri. Troppo alto il rischio di un’ ulteriore, drammatica escalation contro la moglie. Ed infatti, perquisendo la casa dell’uomo, i carabinieri hanno trovato un localizzatore gps con cui era in grado di controllare i movimenti della donna.