Covid, 600 mila multe ai non vaccinati
Salgono a 1,2 milioni le sanzioni. Maturità senza mascherine: si può fare ma serve una norma per abolire l’obbligo
ROMA Un altro blocchetto di multe viene staccato in questi giorni. Destinatari dei seicentomila nuovi avvisi in partenza, dopo i seicentomila di un mese fa, sono gli ultracinquantenni che non hanno adempiuto all’obbligo di vaccinarsi contro il Covid. Non sono gli ultimi, una terza tranche è prevista a breve. In totale non in regola sarebbero 1,7 milioni di italiani.
Della comunicazione si occupa l’Agenzia di Riscossione, ma è la Asl di riferimento l’interlocutore per eventuali contestazioni. E sono tante, secondo quanto riferiscono le associazioni dei consumatori.
L’obbligo di vaccinarsi contro il Covid superati i 50 anni, è scattato il primo febbraio 2022 e scadrà il 15 giugno. Le lettere che annunciano la sanzione a chi non si è uniformato stanno arrivando però anche a cittadini italiani che si sono vaccinati all’estero, agli esenti e a quanti sotto Natale, quando il virus circolava moltissimo, si sono infettati e per questo non hanno potuto immunizzarsi quando l’obbligo è entrato in vigore.
Nel frattempo, i numeri che misurano la diffusione del Covid continuano a migliorare: ieri i nuovi casi sono stati 30.408, cioè 12 mila in meno di una settimana fa, il tasso di positività è ulteriormente sceso (dal 13 all’11,5%) e i ricoverati per Covid sono diminuiti. In lieve calo i decessi però ancora oltre cento (136).
Un quadro che incoraggia la richiesta di eliminare l’obbligo di indossare la mascherina anche a scuola, in vista degli esami di maturità. Per rimuovere questa misura, in vigore fino alla fine dell’anno scolastico, occorrerebbe però un intervento normativo. E il ministro della Salute, Roberto Speranza, qualche giorno fa, ha ribadito che un’eventuale decisione in questo senso dovrebbe avere l’avallo della comunità medica. Durante il question time alla Camera, Speranza ha invece assicurato che il personale sanitario assunto per far fronte all’emergenza sarà stabilizzato. «Abbiamo avviato un grande cambiamento — ha detto — con lo stanziamento di un miliardo per l’assistenza territoriale e tenendo fuori dai tetti di spesa quella per il personale sanitario. Lavoreremo in questa direzione anche con la prossima legge di Bilancio».
Le Regioni aspettano e sollecitano fondi perché quelli finora stanziati non bastano. Con una lettera al presidente della Conferenza delle Regioni,
Massimiliano Fedriga, firmata da Raffaele Donini a nome di tutti gli assessori, premono sul governo. «Abbiamo inviato un documento riepilogando necessità e proponendo soluzioni. È indispensabile conoscere le valutazioni del governo in particolare sulla possibilità di adeguare il finanziamento statale al potenziamento strutturale. In caso contrario, bisogna ripianare le perdite dovute alle maggiori spese per il Covid, non finanziate». In passato si è parlato di un buco di 2,2 miliardi.