Corriere della Sera

Vendite e export da record (con Biden tra i fan) Così il nostro super food si è meritato una tappa

Parmigiano Reggiano di nuovo protagonis­ta negli Usa

- di Lorenza Cerbini

Il Giro d’Italia arriva a Reggio Emilia, e la tappa entra nella storia della corsa rosa come «Food Stage». Un omaggio al ricco patrimonio gastronomi­co della Penisola, partendo dal Parmigiano Reggiano, re della tradizione. «È tra i prodotti italiani più conosciuti all’estero e onorarlo con una tappa del Giro è davvero doveroso», dice Nicola Bertinelli, Presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, ospite a Giroland, il villaggio di arrivo, il luogo di accoglienz­a della corsa rosa.

Un formaggio da record il Parmigiano Reggiano per vendite e giro di affari al consumo. Nel 2021 ha toccato il massimo storico con 2,7 miliardi di euro contro i 2,35 miliardi dell’anno precedente. Un’eccellenza che crea economia. «Ben 2300 aziende impegnate nella produzione del latte; 300 i caseifici e un indotto generale che dà lavoro a cinquantam­ila persone», dice Bertinelli.

A Reggio Emilia il pubblico ha aspettato la volata conclusiva. Una delle ultime tappe che il Giro ha riservato ai velocisti puri. Ha vinto con uno spunto da manuale Alberto Dainese e il Consorzio lo ha premiato con un’intera forma, grande e dedicata espressame­nte al Giro.

«Un alimento amato dagli sportivi – ricorda Bertinelli Cento grammi di Parmigiano vengono digeriti in circa 45 minuti, contro le 3-4 ore della stessa quantità di carne di manzo». Un super food insomma ricco com’è di amminoacid­i liberi, fonte di calcio e di vitamine (A, B1, B2, B6, B12, PP), privo di lattosio e con il 70% di proteine (il restante 30% è acqua).

L’Italia rappresent­a il 55% del mercato, la quota export è pari al restante 45% con gli Stati Uniti in prima fila (21% dell’export totale), seguiti da Francia (19%), Germania (17%), Regno Unito (11%) e Canada (5%). «La nostra filiera non solo ha retto all’onda d’urto del Covid ma in questo anno è riuscita a espandere i consumi e a trovare la stabilità dei prezzi alla produzione», dice Bertinelli.

A influire sul mercato statuniten­se anche la decisione del presidente Biden di sospendere i dazi sull’agroalimen­tare europeo imposti dal predecesso­re Donald Trump. La scure era calata anche su questo simbolo del made in Italy gastronomi­co.

Secondo la rivista «Mashed», Biden sarebbe un «huge fan», cioè un grande appassiona­to del cibo italiano, insomma un buongustai­o e questo la direbbe lunga sulla sua scelta politica: dazi contro gusto, sulla tavola presidenzi­ale vince il secondo. I media americani, super attenti alla dieta del Presidente, hanno investigat­o e redatto una lista dei suoi piaceri: inizia con i capelli d’angelo conditi con del pomodoro, prosegue con la pizza (di tutti i tipi) e include la «chicken parmesan» il pollo alla parmigiana con tanto formaggio sopra.

La mossa di Biden ha avuto l’immediato effetto di riaprire un dialogo interrotto e il parmigiano reggiano, quello vero, quello Doc si è riappropri­ato del palcosceni­co. Un prodotto le cui qualità sono apprezzate dagli astronauti tanto da aver varcato il confine dell’atmosfera per giungere sino alla Stazione spaziale internazio­nale. E nella prima Food Stage della storia del Giro, si discute se è il prodotto a fare il territorio o se è il territorio a fare il prodotto. Uno scontro titanico con soluzione al centro e condivisa. È un legame intimo», suggerisce Bertinelli mentre Dainese sale sul podio.

Il Consorzio

Bertinelli: «Sono 2.300 le aziende che danno il latte, in cinquantam­ila lavorano nell’indotto»

 ?? ?? L’armata del sapore La stagionatu­ra del Parmigiano Reggiano. Nell’area di Reggio Emilia sono circa 300 i caseifici (foto Carlo Guttadauro)
L’armata del sapore La stagionatu­ra del Parmigiano Reggiano. Nell’area di Reggio Emilia sono circa 300 i caseifici (foto Carlo Guttadauro)

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