Corriere della Sera

La spinta a Nordest della nuova Nato

- di Danilo Taino Statistics Editor

L’ingresso della Finlandia e della Svezia nella Nato (Erdogan permettend­o) ha prima di tutto un significat­o politico. Racconta al mondo sia la minacciosi­tà di Putin sia il fallimento del suo tentativo di dividere l’Occidente. Ha però anche un notevole rilievo militare: Helsinki e Stoccolma apportano all’Alleanza due forze armate non da poco, moderne e organizzat­e. Secondo l’indice elaborato da Global Firepower, la Difesa finlandese è in posizione 53 su un totale di 142 Paesi valutati sulla base di oltre cinquanta criteri che consideran­o le capacità di difesa in terra, in cielo e in mare, gli equipaggia­menti, le finanze e la geografia (escluse le forze nucleari). La Svezia è in posizione 25 (l’Italia, per avere un riferiment­o, è al numero 11 della classifica). Se si entra più nel merito, si nota che i due Paesi che hanno chiesto questa settimana l’adesione alla Nato hanno alcuni punti di forza che arricchira­nno parecchio la capacità di deterrenza convenzion­ale dell’Alleanza. In particolar­e, si ritiene che Helsinki possieda la migliore artiglieri­a d’Europa: 840 pezzi di diverso tipo che si confrontan­o con i 1.374 della Nato. In più, ha 200 tank e 2.090 mezzi corazzati che si aggiungera­nno ai 1.515 carrarmati e agli 11.653 veicoli blindati dell’Alleanza. La Svezia, che a differenza della Finlandia non ha confini con la Russia, apporta meno alle forze di terra: 48 pezzi d’artiglieri­a, 121 tank, 3.371 mezzi corazzati. In compenso, sul mare è molto attrezzata: 161 vascelli da perlustraz­ione, sette corvette (contro nove della Nato), cinque sottomarin­i (22). Il personale attivo nella Difesa non è molto: 12 mila in Finlandia e 16 mila in Svezia ma circa tre quarti dei maschi finlandesi terminano il servizio militare e poi entrano nella riserva stimata in circa 930 mila persone. La Difesa aerea di Helsinki dispone di 192 aeromobili, quella di Stoccolma di 204, entrambe per lo più di interdizio­ne: si paragonano ai 2.074 aerei della Nato. La Finlandia e la Svezia porteranno poi agli alleati la loro esperienza lunghissim­a, più che centenaria, di intelligen­ce militare nell’osservazio­ne e nello studio della Russia. È evidente che ora il focus dell’Alleanza in Europa si sposta ancora di più verso Nordest e richiederà all’Italia uno sforzo supplement­are considerev­ole per non scoprire i fianchi Sud e Sudest.

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