«Io, papà separato, e le accuse inventate dalla mia ex»
Appartengo alla categoria dei papà separati. Sono un medico, come la collega che ha scritto la sua storia con l’ex marito. Verso la metà del 2020 la mia ex moglie e io scriviamo reciprocamente le lettere di avvio della separazione. Ma poi scoppia l’incendio. Sintetizzo. Vengo dipinto come un delinquente che minaccia la vita della ex moglie e dei figli. Riescono ad ottenere l’ordine di protezione; vengo accompagnato da 3 carabinieri a casa mia e costretto a fare le valigie. Per alcuni giorni vivo con lo zaino sull’uscio di casa. Passano i mesi, l’ordine di protezione decade e io mi godo il tempo con i miei figli. Poi mi arriva l’invito a comparire. Due ore di interrogatorio. Il reato? Maltrattamenti in famiglia, violenza privata, codice rosso. Subisco psicologicamente anche questo affronto oltre ai vestiti nei sacchi dell’immondizia, il mio 730 «rubato» all’Agenzia delle entrate, la tata che racconta falsità! Comunque arriva la richiesta di archiviazione. Poi arriva l’opposizione all’archiviazione. Io continuo ad essere pericoloso, violento, sono un delinquente ma un buon padre. Finalmente l’udienza dal Giudice che sentite le parti emette immediatamente, cosa rara, un’ordinanza. Archiviazione! Io ho avuto la fortuna di essere una persona solida, psicologicamente, economicamente. Ma ho patito delle angherie che nessuno che non vi sia passato può comprendere. Il pregiudizio misandrico per il quale uomo uguale violento viene strumentalmente utilizzato da persone senza scrupoli che non pongono mai realmente i minori al centro degli interessi. Combatterò contro l’ipocrisia che circonda tutte queste vicende perché chi meno solido di me possa trovare conforto.
Il lettore che chiede di restare anonimo racconta le angherie subite dalla ex moglie che lo ha accusato di violenza. Le accuse sono state archiviate