Enria (Bce): credito, dalla guerra rischi per i bilanci
«Se guardiamo le ultime proiezioni, non siamo ancora in uno scenario che prevede recessione o perdurante inflazione, quindi sono scenari ancora ragionevoli e sostenibili per il sistema bancario, ovviamente se ci fosse un ulteriore deterioramento questo sarebbe una questione di maggiore preoccupazione per noi e per le banche». Il presidente del Consiglio di vigilanza della Banca centrale europea, Andrea Enria, dopo l’esecutivo Abi di ieri, cerca di tranquillizzare gli animi, ma mette in guarda sul perdurare del conflitto in Europa. «La correzione degli attivi delle banche italiane è stata molto rilevante e oramai sono praticamente in linea con quelle europee. A livello europeo e italiano il livello di patrimonializzazione e liquidità è buono, quindi l’aspetto delicato ancora da considerare è come la guerra in Ucraina impatterà sul quadro macroeconomico, sulla crescita e sull’inflazione: potrebbe esercitare ulteriore pressione sulla qualità degli attivi delle banche nei prossimi trimestri per via di diversi fattori, dall’aumento dei costi per le aziende, alle interruzioni nella catena di approvvigionamento». Sul completamento dell’Unione bancaria europea, Enria è netto: «Da affrontare ora, per farla progredire, sono i meccanismi più armonizzati e integrati di gestione delle crisi e un sistema che renda possibile, da parte delle autorità, una gestione più integrata del capitale e della liquidità a livello di unione bancaria per i gruppi che operano in maniera transfrontaliera». Plaude l’Abi. «La crescita dell’Unione bancaria anche attraverso processi di aggregazione transfrontalieri può avvenire solo se l’area dell’Euro avrà una unica giurisdizione — dicono il presidente Antonio Patuelli e il dg Giovanni Sabatini —, con stesse regole bancarie, di vigilanza, con testi unici di diritto societario, fallimentare, penale dell’economia, e di tassazione. Fondamentale la definizione di un meccanismo efficiente di gestione delle crisi».