Conti Generali, sì unanime. Del Vecchio in Mediobanca, le regole Bce
Il cda delle Generali ha approvato unanime i conti del primo trimestre che verranno diffusi oggi. Dal resoconto del ceo Philippe Donnet, i premi lordi avrebbero registrato una crescita nella parte alta delle stime degli analisti, con utili che riflettono tassi e correzioni di Borsa. Intanto continua lo studio sui benchmark di mercato del presidente Andrea Sironi in merito alla costituzione del comitato investimenti, anello ancora mancante nell’architettura del Leone. Nel cda precedente, poi, il comitato per le operazioni strategiche era stato eliminato, cosa che aveva spinto le minoranze guidate da Francesco Gaetano Caltagirone a rinunciare a tutti i comitati. Sironi porterà la proposta al board, già fissato il 22 giugno. Prima ci saranno le valutazioni del comitato nomine, di cui Sironi è presidente, tra un paio di settimane.
Da registrare poi che la Fondazione Crt, nell’ex lista Caltagirone, ha segnalato come le Generali «restano strategiche». E quindi che l’ipotesi di dismettere il suo 1,72% «è, allo stato, priva di ogni fondamento».
Si riaccendono anche i riflettori su Mediobanca. Ieri MF ha scritto che la Bce avrebbe comunicato a Leonardo Del Vecchio, socio con il 19,4% attraverso Delfin, l’impossibilità di superare il 19,9% perché oltre quella soglia la stessa cassaforte dovrebbe trasformarsi in holding bancaria, quindi sottoposta a vigilanza Bce. Voci che fonti vicine a Delfin hanno classificato come illazioni. Interpellato, il capo della vigilanza Ue Andrea Enria ha detto che «ci sono regole che si applicano a tutte le banche e non ci sono limiti che riguardano la natura degli investitori». Mediobanca ha chiuso il prestito titoli sul 4,42% di Generali di cui ha il 12,776%, secondo le comunicazioni Consob.