La spiritualità nella «Sindone» di Arvo Pärt
La trentunesima edizione di Milano Musica ha un doppio merito: di presentare un numero cospicuo di prime esecuzioni italiane e/o assolute e di offrire una fotografia piuttosto esaustiva della varietà di forme, stili e pensiero dello scrivere musica oggi, elemento di ricchezza nonostante si corra il rischio di lasciare che tutto abbia pari diritto di cittadinanza.
Due punti fermi di tal panorama, Sofija Gubajdulina e Arvo Pärt, sono perciò un toccasana nell’economia di un festival così aperto al molteplice. Alla Scala, l’Orchestra sinfonica nazionale della Rai diretta da Pedro Amaral presenta Dialog: Ich und Du – Concerto per violino e orchestra n.3 dell’una e La Sindone, ancora per violino e orchestra, dell’altro. Belle musiche. La prima per una via materica che non risparmia spigoli, il secondo per una vita più austera, vantano la capacità di ricondurre il pensiero musicale al tema, non tanto di una generica spiritualità, quanto della centralità dell’uomo. Talmente umano e bisognoso di risposte è il loro orizzonte che la spiritualità vi arriva di conseguenza, come aspirazione a chiudere un cerchio. Ciò arriva alla platea grazie soprattutto all’apporto del solista Vadim Repin, che la diversa tensione che percorre le due pagine, a lui dedicate, la sa raccontare. Crede in questi linguaggi tanto da offrire al festival il suo onorario. Ma dimostra ancor più la propria adesione emotiva suonando a un tale livello. Trascurabile e infine noiosa oltre il tollerabile, invece, l’esecuzione della Sinfonia n.15 di Sciostakovic.
Milano Musica - Musica nel nostro tempo
Brani di Sofija Gubajdulina, Arvo Pärt 6,5 ●●●●●●●●●●