Jacobs rientra con il passo soft «Quanta fatica, speravo meglio»
Vince i primi 100 metri dopo Tokyo ma si fanno sentire gli effetti del malessere
Due sprint in sessanta minuti, a sentir lui entrambi imperfetti: un 9”99 con 2,3 metri di vento a favore (troppi per l’omologazione) e l’azione di spalle e gambe un po’ bloccata, un 10”04 con brezza regolare ma senza sviluppare la massima potenza.
Se Marcell Jacobs non fosse campione olimpico in carica, se non ci avesse abituato troppo bene a suon di record e titoli mondiali indoor, il suo ritorno sui 100 metri ieri a Savona, nove mesi dopo i trionfi di Tokyo, andrebbe valutato come super positivo. Specie considerando la settimana da incubo passata tra un ospedale di Nairobi e la cabina di un aereo con lo stomaco a pezzi per un’infezione intestinale di quelle che lasciano il segno. Del debutto stagionale di ieri a Savona Marcell fa un’analisi serena ma critica: «Ho fatto troppa fatica: pensavo di correre meglio in batteria e di migliorarmi nella finale. Che cosa non è andato bene? Ipotizzavo di correre più veloce e meglio a livello tecnico: non avanzavo bene come al solito, ero come bloccato. Mi ero fermato completamente una settimana per recuperare le energie perse con il malessere ma evidentemente la mancanza di lavoro in pista si è fatta sentire».
Resta il fatto che i tempi realizzati sono tra i migliori dieci di sempre in carriera per un Jacobs che fino a qualche giorno fa sembrava non essere nemmeno in grado di scendere in pista. Ora Marcell si concentrerà sul prossimo appuntamento, lo stellare 100 metri della tappa della Diamond League di Eugene, nell’Oregon, il 28 maggio. «Una gara —spiega il poliziotto bresciano — più qualificata di una finale olimpica contro i migliori sette americani invece dei soliti tre qualificati ai Trials. Voglio iniziare alla grande il mio percorso verso i Mondiali (che si svolgeranno sulla stessa pista dal 15 al 24 luglio, ndr) dove voglio lottare per una medaglia pesante, per questo ho scelto di sfidare tutti i più forti».
Eliminati ieri in semifinale, ma con buoni riscontri cronometrici, anche altri due protagonisti della 4x100 che ha vinto l’oro a Tokyo, Lorenzo Patta (10”19) e Faustino Desalu (10”21). Eccellente il debutto di Zaynab Dosso, la velocista che divide i suoi allenamenti con Jacobs a Roma sotto la guida di Paolo Camossi: con 11”19 l’atleta delle Fiamme Azzurre è diventata la seconda italiana più veloce di sempre, a cinque centesimi dal record di Manuela Levorato, vecchio di 21 anni.