Corriere della Sera

Riapre la sede Usa a Kiev. E torna l’ambasciatr­ice

Di qui è passata molta storia recente. Dal 2019 c’era solo un’incaricata d’affari, dopo l’invasione la chiusura

- Francesco Battistini

KIEV Un corpulento marine tatuato, in maglietta, a tenere la bandiera per un orlo. Un impiegato con la camicia a scacchi a issarla, girando la manovella del pennone. Un solo funzionari­o incravatta­to e qualche impiegato col cappellino rosa, a citare la Kalush Orchestra dell’Eurovision. Nessuna fanfara militare, scarsi applausi. Non è esattament­e una cerimonia solenne, ma fa storia: dopo tre mesi, alle 9 del mattino, riapre l’ambasciata americana a Kiev. Erano già tornati gli italiani e i romeni, gli israeliani e gli indiani, gli svizzeri e i canadesi. Poteva mancare l’America? «Il popolo ucraino col nostro aiuto ha difeso la patria — dice il segretario di Stato, Antony Blinken — e di conseguenz­a, a Kiev, sventolano di nuovo le stelle e strisce», assieme a «misure aggiuntive» di sicurezza: c’erano 6.600 americani, prima del 24 febbraio, in giro per la capitale si vedono già un bel po’ di contractor e affaristi ad apparecchi­arsi per un dopoguerra che ancora non c’è.

Il cubo di cemento che gli americani si sono costruiti a Shulavka, una quindicina di km dal centro, sembra uguale a tutti i cubi delle ambasciate in giro per il mondo. E invece no: nelle luci e nelle ombre di queste stanze, si son fatti e disfatti i destini degli ucraini e armi&dollari di questi mesi sono solo l’ultimo capitolo. Nel 2008, rivelò un cablo pubblicato da WikiLeaks, qui già ci si preparava a un’invasione russa. E uscivano da qui i soldi che finanziava­no molti candidati della Rivoluzion­e arancione. Nel 2013, all’inizio delle rivolte di Maidan che misero in difficoltà Mosca, ci fu l’imbarazzo dell’intercetta­zione telefonica d’una diplomatic­a Usa, sorpresa mentre invitava l’interlocut­ore a «fottersene» dei tentenname­nti europei. Ma fu con l’Ukrainagat­e e con le telefonate di Trump a Zelensky, che l’ambasciata tornò sotto i riflettori. L’allora presidente americano chiedeva al collega notizie riservate sul figlio di Joe Biden e sui suoi affari ucraini, e lo script di quelle telefonate che fecero tremare la Casa Bianca passò proprio per Shulavka: Trump rimosse l’ambasciatr­ice Marie Yovanovitc­h (che diventò un personaggi­o chiave nella procedura d’impeachmen­t) e sospese gli aiuti militari a Kiev. Una sede troppo delicata, questo cubo, per lasciarvi solo un’incaricata d’affari, come dal 2019 a oggi. Rimettendo la bandiera al suo posto, Biden ha nominato anche la nuova ambasciatr­ice: Bridget Brink. Una che era in Georgia, quando Putin attaccò coi carrarmati. E che certi scenari li conosce fin troppo bene.

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I membri della missione diplomatic­a Usa in Ucraina issano la bandiera
(Epa) Stelle e strisce I membri della missione diplomatic­a Usa in Ucraina issano la bandiera

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